Unurgent Argilla, Bee Awards 2022, prove smalti e finiture
Vocabolario terra. La ricerca di Nina Salsotto Cassina
10 dicembre 2022
Una giuria internazionale ha assegnato tre Bee Awards ai contributi più meritevoli tra quelli presentati dalle partecipazioni internazionali della 23ª Esposizione Internazionale Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries. I premi sono stati realizzati dalla designer Nina Salsotto Cassina - Unurgent Argilla, con materiali provenienti dal giardino di Triennale.
Unurgent Argilla, Bee Awards 2022, Triennale Milano
“La terra non appartiene all’uomo, bensì è l’uomo che appartiene alla terra”. Questa frase fu pronunciata nel 1854 dal capo indiano Capo Seattle (1780–1886) in risposta all’allora Presidente degli Stati Uniti, Franklin Pierce, che voleva acquistare parte delle terre su cui viveva la tribù dei nativi americani alla quale apparteneva. Il lavoro di ricerca condotto da Nina Salsotto Cassina, ceramista italiana che vive a Milano, si collega idealmente a questo spirito che parte proprio da una visione politica della terra (che potremmo scrivere anche con la t maiuscola).
Dopo aver studiato economia a Milano e politica a Londra e aver lavorato nel mercato dell'arte spostandosi da Los Angeles a Shanghai e a Mumbai, e in seguito ad alcune collaborazioni con organizzazioni no profit e con l’ONU a Ginevra e Kinshasa, Salsotto Cassina inizia a interessarsi all’argilla, attività che interrompe il suo migrare da un posto all’altro della Terra. Nel 2019, a Londra, dà vita a Unurgent Argilla, progetto che ha come obiettivo quello di costruire un vocabolario di materiali naturali. Materiali usati per plasmare vasi, sempre sferici, che si trasformano in supporti per narrazioni spaziali e geologiche. Ogni vaso è fatto “di” e “per” un luogo specifico usando terra e rocce raccolte a mano e le cui caratteristiche rimandano immediatamente alle origini geografiche dei materiali che lo costituiscono.
La volontà è quella di raccontare l’anima dei luoghi, di trasformare il genius loci in un oggetto. Ogni creazione di Unurgent Argilla ha natura multiforme: è una ricerca geologica sulla composizione del nostro pianeta, un ricordo di un “qui e ora”, una segnaletica spaziale, un archivio autobiografico di terre, viaggi ed esplorazioni.
Nina Salsotto Cassina – Unurgent Argilla, Bee Awards 2022, Triennale Milano, © Gianluca Di Ioia
I tuoi lavori sono presenti su diverse pubblicazioni dedicate ai ceramisti contemporanei e sono esposti in musei e gallerie internazionali. Da dove nasce il tuo interesse per la ceramica e in particolare per le argille raccolte a mano?
La ceramica è lo studio delle relazioni fra diversi elementi. Una delle ragioni per cui troviamo ceramica in tutti i luoghi e in tutti periodi storici è perché gli elementi che la compongono sono presenti ovunque e in grande quantità sul nostro pianeta. La ricerca di argille naturali non è sicuramente una pratica nuova né, per quanto mi riguarda, è spinta dalla volontà di sperimentare soluzioni ecosostenibili innovative. È per me piuttosto una questione istintuale: io cerco, processo e tornisco terra nello stesso modo in cui generazioni di ceramisti hanno fatto prima di me e continueranno a fare in tutto il globo terrestre. Ho sviluppato un particolare interesse per le argille raccolte a mano a partire da una ricerca estetica personale e da una posizione politica di antiglobalismo intesa, da un lato, come modalità per evitare la riduzione e l’appiattimento estetico del mondo a un’unica immagine e, dall’altro, come un rifiuto a una tendenza di emancipazione e di allontanamento dalla realtà materiale che ci circonda.
Nina Salsotto Cassina – Unurgent Argilla, Bee Awards 2022, Triennale Milano, © Gianluca Di Ioia
Stai conducendo uno studio, o meglio, una mappatura dell’ambiente naturale che, considerata in una prospettiva più ampia, è un lavoro di indagine sulla composizione e le caratteristiche della crosta terrestre. Quali sono le qualità delle argille naturali e cosa le differenzia da quelle che si trovano in commercio?
Le argille commerciali, a prescindere da dove le si compri, sono spesso simili tra loro e sono concepite in formulazioni con qualità perfette a seconda dell’uso che si intende fare. Vengono elaborate a partire da ingredienti puri e selezionati che presentano tracce opache e lontane della loro origine geografica. Sono quindi totalmente alienate dal lavoro e dal costo sugli ecosistemi e sulle comunità necessari per estrarle. L’argilla di questo genere è abbondante, poco costosa e, in un mondo globalizzato, non appartiene a nessuno specifico luogo. Quando la terra viene raccolta a mano invece siamo invitati a metterci fisicamente in relazione con essa attivando una sensibilità diversa.
Nina Salotto Cassina – Unurgent Argilla, Bee Awards 2022, fasi di lavorazione
I tuoi lavori non partono quindi da un progetto o da un disegno tecnico ma sono piuttosto frutto di una relazione diretta, anche e soprattutto fisica, con il posto in cui ti trovi.
Il mio processo creativo inizia dal rapporto diretto con la terra. Dopo averle trovate studiando mappe e facendo lunghe passeggiate, raccolgo personalmente le argille con cui realizzo vasi al tornio.Tutta la mia pratica riguarda lo sperimentare con materiali diversi ma tutti accessibili e reperibili in natura. Nonostante sia incentrato sullo studio della materia, il mio lavoro è invece rigido nella forma: realizzo solo vasi sferici – sembrano quasi fatti in serie – per far emergere in ogni ripetizione l'espressione unica del materiale e, quindi, del posto in cui l’ho raccolto.
Ogni pezzo è in co-creazione con la terra di cui è fatto. Ogni campione di argilla ha la sua personalissima attitudine, tende ad assumere una certa curva, a muoversi in un certo modo al tornio, ad asciugare e a fondere in modo unico durante la cottura.
Quello a cui aspiro è che nel pezzo finale ci sia traccia e corrispondenza fra il gesto creativo che ha plasmato il vaso e il “gesto geologico” che ha formato la materia. Mi interessa identificare terra e artigianato come parti di un ecosistema complesso che include persone, territori, risorse naturali, processi trasformativi e oggetti, ponendoli tutti in relazione fra loro.
Nina Salotto Cassina – Unurgent Argilla, Bee Awards 2022, fasi di lavorazione
Il tuo metodo di ricerca si basa sull'osservazione diretta procedendo con esperimenti di natura empirica. È un modo di procedere simile a quello che si usa in cucina o in un laboratorio scientifico. Raccontaci come hai realizzato i premi per i Bee Awards 2022 che Triennale Milano ti ha commissionato in occasione della 23ª Esposizione Internazionale.
La 23ª Esposizione Internazionale Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries esplora la possibilità di aprirsi a punti di vista dove l’ignoto diventa occasione di stupore, io ho cercato di porre uno sguardo diverso su quello che sta sotto ai nostri piedi. Ho realizzato infatti i premi per i Bee Awards 2022 a partire dall’osservazione e dallo studio di elementi raccolti nel Giardino di Triennale Milano. Dopo una serie di scavi preliminari, oltre alla terra del giardino ho raccolto anche qualche coccio di vetro e un ramo del grande cedro centenario caduto durante una bufera di vento a inizio 2022. La terra è risultata essere grigia, sabbiosa e limacciosa, e ne ho mescolato la parte più spessa con gres bianco per modellare il corpo del vaso mentre ho ottenuto gli smalti unendo la cenere ricavata bruciando il ramo con la parte più fine della terra insieme ai frammenti di vetro polverizzati. Per raggiungere il risultato finale ho realizzato un campionario di smalti ottenuto miscelando tra loro questi tre ingredienti in diverse proporzioni, secondo un metodo che in ceramica si chiama studio triassiale.Al minimo aumentare o diminuire di un ingrediente – cenere, terra e vetro – cambia infatti il punto di fusione della miscela determinando variazioni di colore, lucidità e cristallizzazione dello smalto. Questo fenomeno è dovuto dal fatto che gli elementi amalgamati tra loro si comportano come un eutettico, cioè una miscela di sostanze che fondono a una temperatura più bassa delle singole componenti, come succede, ad esempio, per le leghe metalliche, la lava vulcanica o la miscela tra ghiaccio e sale.
La forma, tornita a mano, è da un lato ispirata al tema generale della 23ª Esposizione Internazionale, dall’altro è concepita per valorizzare tutte le caratteristiche dei materiali: la larga superficie piatta consente allo smalto di rivelarsi in tutte le sue sfumature e il corpo rotondo e chiuso – che nasconde l’interno del vaso lasciandolo solo intravedere – esalta le qualità del gres miscelato con la terra.
Ogni esemplare del premio è unico in quanto presenta diverse combinazioni dei materiali raccolti. Ognuno di essi racconta il Giardino di Triennale in un modo inaspettato, rivelandone aspetti prima invisibili ma comunque insiti nel luogo.
Nina Salsotto Cassina – Unurgent Argilla, Bee Awards 2022, Triennale Milano