Mappa dei due tour per scoprire le architetture di Vico Magistretti a Milano © Triennale Milano
TOUR A:
1A Chiesa di Santa Maria Nascente al QT8, Milano, 1947-1955 (con Mario Tedeschi)
Ex case per Reduci d'Africa al QT8, Milano, 1946-1948 (con Mario Tedeschi e Paolo Chessa)
2A Casa in piazza San Marco, Milano, 1969-1971
3A Torre al Parco Sempione, Milano, 1953-1956 (con Franco Longoni)
TOUR B:
1B Casa ed ex cinematografo in via San Gregorio, Milano, 1957-1959
2B Chiesa di Santa Maria della Passione e Palazzo Archinto, Casa in via Bellini, Casa in via Conservatorio
3B Casa in piazza San Marco, Milano, 1969-1971
4B Torre al Parco Sempione, Milano, 1953-1956 (con Franco Longoni)
Due percorsi da fare in bici per scoprire le opere di Vico Magistretti in giro per Milano
8 giugno 2021
La bicicletta era il mezzo di trasporto preferito da Vico Magistretti, grande architetto e designer milanese, per muoversi in città. Pedalando, dal suo studio di via Conservatorio raggiungeva tutta Milano: i suoi cantieri, gli showroom delle aziende che esponevano il nascente design italiano, gli studi degli amici architetti e artisti, il Palazzo dell’Arte dove contribuiva all’organizzazione delle Triennali. Due tour, da percorrere in bici, portano alla scoperta di alcune delle più significative opere architettoniche di Vico Magistretti: edifici pubblici e privati, piccoli e grandi, che ancora oggi segnano alcuni dei luoghi più importanti di Milano, dal centro alla periferia.
Si consiglia di pedalare con le calze rosse, come faceva Vico.
TOUR A
Il tour comincia al QT8, acronimo di Quartiere Triennale Ottava: un nuovo pezzo di città costruito all'alba del secondo dopoguerra come concreto manifesto di modernità architettonica e urbanistica. Tra i principi fondanti il quartiere c’era il rapporto tra natura e architettura in una forma aggiornata di città-giardino, la sperimentazione di nuove tipologie abitative e moderni sistemi costruttivi, il rispetto di programmi igienici ed economici innovativi.
Vico Magistretti, allora giovane neolaureato, partecipò con diverse opere. La chiesa di Santa Maria Nascente, ideata insieme a Mario Tedeschi, fu costruita (in seguito alla vittoria di un concorso) tra il 1947 e il 1955 come fulcro del quartiere, in corrispondenza della fermata della metropolitana che collega in pochi minuti al centro. Caratterizzata dalla pianta circolare, che si ripete nel piccolo battistero, la chiesa ha una struttura portante in cemento armato e un basamento rivestito in mattoni a vista.
Sempre al QT8, con Mario Tedeschi e Paolo Chessa, tra il 1946 e il 1948 Magistretti disegnò inoltre varie tipologie di case a schiera per reduci d’Africa, in cui si fondono la ricerca sull’abitazione minima moderna e le caratteristiche dell’edilizia anonima italiana, facendo emergere quel rapporto tra modernità e tradizione – imparato da Ernesto N. Rogers, suo indimenticato maestro – che caratterizzerà tutta la sua opera. Alcune di queste case furono demolite, le altre modificate in maniera quasi irriconoscibile, dando prova dell’adattabilità intrinseca di questi piccoli esperimenti.
Chiesa di Santa Maria Nascente al QT8, Milano, 1947-1955 (con M. Tedeschi) © Giornalfoto Milano
Chiesa di Santa Maria Nascente al QT8, Milano, 1947-1955 (con M. Tedeschi) © Giornalfoto Milano
Chiesa di Santa Maria Nascente al QT8, Milano, 1947-1955 (con M. Tedeschi) © Giornalfoto Milano
Pedalando, dalla città moderna si raggiunge la vecchia Milano. Nel cuore di Brera c'è il complesso di piazza San Marco, grande intervento realizzato tra il 1969 e il 1971 comprendente negozi, appartamenti e uffici. Anche in questa architettura, modernità e tradizione sono coniugate con sapienza: il rosso e il bianco della facciata cercano un dialogo con i colori della storica chiesa di San Marco, che si erge proprio di fronte; allo stesso tempo però una scala mobile, posta all’ingresso, dichiara il carattere contemporaneo dell’edificio.
La tappa finale del tour è costituita dalla Torre al Parco, realizzata tra il 1953 e il 1956. L’edificio, tra i simboli del rinnovamento di una città in corsa verso il boom economico, si distingue per aver declinato in maniera originale e “locale” il tema dell’edificio alto. Si tratta infatti di un grattacielo “all’italiana”, caratterizzato da una pianta a L e da terrazze e arretramenti che rendono mutevole il profilo della torre. In cima, l’edificio culmina con un’inaspettata scala a chiocciola di collegamento tra gli ultimi piani, curioso dettaglio che dimostra la libertà compositiva dell’architetto milanese.
Torre al Parco © Basilico
Vico Magistretti, edificio residenziale, Via San Gregorio, Milano © Flickr
TOUR B
Il tour ha inizio in via San Gregorio, accanto all'ultimo frammento superstite del vecchio lazzaretto di Milano, realizzato a partire dal 1489 per l’emergenza sanitaria scatenata dalla peste. Collocato fuori dalla Porta Orientale della città, esso consisteva in un vasto recinto quadrato con lato pari a circa 375 metri ed era circondato da un fossato pieno d’acqua, ma alla fine dell’Ottocento fu demolito quasi completamente. In questo luogo, Vico Magistretti fu chiamato a costruire un edificio polifunzionale, comprendente un cinematografo al piano terra e abitazioni in cima. Fedele alla lezione del suo maestro Ernesto N. Rogers, Magistretti cercò un dialogo con questa testimonianza storica (come si può vedere nei colori che alludono al mattone e alla pietra), ma allo stesso tempo diede prova di sperimentazione linguistica contemporanea, con tagli in facciata simili a quelli di Lucio Fontana.
La seconda tappa è la chiesa di Santa Maria della Passione, davanti alla quale tre generazioni di Magistretti costruirono le loro architetture. Gaetano Besia, bisavolo di Vico, progettò Palazzo Archinto (poi Collegio delle Fanciulle) nell’Ottocento; Pier Giulio Magistretti (padre di Vico) realizzò l’edificio ad angolo tra via Conservatorio e via Bellini (dove ebbe lo studio prima lui e poi il figlio, oggi sede dell’omonima Fondazione). Pochi metri più in là, Vico costruì negli anni Sessanta un nuovo edificio, dando così forma a una sorta di trittico familiare di architettura milanese.
Una visita alla Chiesa non è fuorviante: Vico fu sempre attento alle geometrie e ai materiali di questo capolavoro (montò uno specchio sulla finestra dello studio per poterne ammirare le forme anche dalla sua scrivania), e sicuramente anche alle opere d’arte contenute all’interno, opera di grandi artisti della scena milanese.
Pedalando verso il quartiere di Brera troviamo il complesso di piazza San Marco, grande intervento realizzato tra il 1969 e il 1971 comprendente negozi, appartamenti e uffici. In questa architettura, come in molte altre opere di Vico, si fondono modernità e tradizione: il rosso e il bianco della facciata cercano un dialogo con i colori della chiesa di San Marco, che si erge proprio di fronte; allo stesso tempo però una scala mobile, posta all’ingresso, dichiara il carattere contemporaneo dell’edificio.
L’ultima tappa del tour è la Torre al Parco, realizzata tra il 1953 e il 1956, subito divenuta uno dei simboli del nuovo skyline milanese. Si tratta di un grattacielo “all’italiana”, che rilegge in modo originale il tema dell’edificio alto. Terrazze e arretramenti creano un ritmo di facciata sempre mutevole, mentre in cima la torre sfoggia un’inaspettata scala a chiocciola, curioso dettaglio che dimostra la libertà compositiva dell’architetto milanese.