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Triennale Milano
Fedele Rozzano

L'intervento del Presidente di Fondazione Cariplo al Simposio dell'11 giugno 2020

17 luglio 2020
L'11 giugno 2020 in Triennale si è svolto il secondo appuntamento di Verso la XXIII Esposizione Internazionale di Triennale Milano, intitolato La Terra vista dalla Luna. L’incontro è parte del percorso di avvicinamento all'Esposizione del 2022 e intende stimolare il confronto su alcuni temi centrali del nostro presente. A seguire, l'intervento del Presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti.
La Terra vista dalla Luna, il secondo appuntamento di Verso la XXIII Esposizione Internazionale di Triennale Milano
In quanto rappresentante di un’istituzione filantropica che mira a favorire la coesione sociale e lo sviluppo, vorrei proporre alcuni spunti di riflessione, fare delle domande piuttosto che dare delle risposte. Parto da una  questione sulla quale noi di Fondazione Cariplo ci siamo interrogati in modo particolare. Mentre ci troviamo ancora a vivere una crisi economica e sociale, senza conoscere gli sviluppi futuri dell'emergenza sanitaria, è il caso di parlare di cultura? È giusto che le fondazioni continuino a sostenere la cultura in questo momento, durante la crisi? Noi di Fondazione Cariplo abbiamo risposto con un convinto sì. Ora è più che mai è necessario sostenere la cultura perché per affrontare la pandemia abbiamo bisogno di comunità forti e di un grande impegno collettivo, per dare senso a quello che è accaduto e che accadrà. La cultura è ciò di cui abbiamo bisogno come sforzo collettivo per dare significato, per non essere sopraffatti da questa nuova situazione incerta. Fondazione Cariplo non negherà il suo sostegno alla cultura, ma, osservando la situazione dalla prospettiva della nostra istituzione, ritengo necessario focalizzarsi su alcuni aspetti, che richiederebbero uno specifico approfondimento.
Maua – Museo di Arte Urbana Aumentata, progetto realizzato da Bepartè, la start up che vinto la prima edizione di IC Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo
La prima questione riguarda il senso di incertezza e di paura: il modo in cui le nostre comunità sapranno affrontarle sarà cruciale per determinare se, nel prossimo periodo, saremo in grado di collaborare o lasceremo prevalere la paura. Quale contributo saremo in grado di offrire alla cooperazione attraverso la cultura? Come istituzione filantropica, dovremmo promuovere lo sviluppo di nuovi legami, piuttosto che cercare esperienze eccellenti ma connesse.
Il secondo aspetto riguarda le disuguaglianze. La pandemia non ha inciso in maniera uguale sulla vita delle persone: alcune sono state colpite più di altre, in relazione al loro status sociale, alla loro preparazione culturale e alle risorse economiche di cui dispongono. Vogliamo promuovere la cultura come un privilegio di pochi o come un’opportunità alla portata di tutti? La pandemia chiede un ripensamento dei luoghi della cultura. Possiamo vedere questa esigenza solo come un problema o possiamo affrontarla come una sfida che ci ricordi il forte legame che esiste tra il "dove" e il "chi". I luoghi che scegliamo sono le persone che incontriamo. Dobbiamo pensare alla cultura come qualcosa da ricercare non solo nei luoghi ad essa dedicati, ma anche e soprattutto ai margini delle nostre comunità. Dovremmo lavorare ai confini delle comunità, dove accadono fatti nuovi, dove cresce la povertà, dove ci sono persone che si sentono abbandonate dalle istituzioni e stanno lottando per uscire dalla crisi. Abbiamo stimato che oltre 10.000 studenti a Milano, una delle città più ricche dell’intero Paese, non dispongono di un personal computer. Allora chiediamoci come questa mancanza di mezzi possa riflettersi sulla loro partecipazione alla scuola, sul loro accesso alla conoscenza e alla cultura. Ci sono bambini e studenti che vivono nella stessa città e non hanno nemmeno potuto scegliere se frequentare le stesse lezioni: siamo davvero sicuri che possano sentirsi tutti parte della stessa comunità? 
Il terzo problema è quello della connessione. Le comunità virtuali non sarebbero possibili senza la tecnologia digitale. L'innovazione della cultura dipenderà, in qualche modo, anche dall’innovazione digitale; ma quando pensiamo all'innovazione dobbiamo essere consapevoli che non si tratta solo di un modo diverso di fare le stesse cose, dovrebbe essere qualcosa di più: un modo diverso, per persone diverse, con obiettivi diversi. La connessione, piuttosto che la produzione, deve essere il concetto guida, se non vogliamo che la paura trionfi con possibili ripercussioni sulla democrazia, e deve servire a contrastare le disuguaglianze e a includere tutta la società.

13 Storie dalla Strada, Gallerie d’Italia, con il contributo di Fondazione Cariplo
Fare Legami, un progetto di Fondazione Cariplo
Fondazione Mondino, con il contributo di Fondazione Cariplo
Definirei il quarto e ultimo concetto su cui vorrei soffermarmi attraverso le parole speranza e bellezza. Se vogliamo contrastare la paura e la rabbia, dobbiamo muoverci per creare delle opportunità che ci consentano di guardare al futuro con speranza, termine che in questo periodo non è tra i più usati.  Sicuramente stiamo affrontando una sfida economica e sociale, ma per uscirne è necessario disporre di un solido background culturale. Considero la bellezza un pilastro di questa sfida per ridisegnare la nostra comunità durante e dopo il Covid-19. Non si tratta necessariamente dell’idea di bellezza a cui eravamo abituati, ma sarà un elemento fondamentale per creare nuove speranze.
Fondazione Cariplo è fra i fondatori permanenti del Teatro alla Scala
Giovanni Fosti è Presidente di Fondazione Cariplo dal 2019. È Associate Professor of Practice di Government, Health and Not for Profit presso SDA Bocconi School of Management e Professore a contratto di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche dell'Università Bocconi. In ambito accademico si occupa e si è occupato anche di ricerche su tematiche come l'innovazione sociale, la programmazione e il cambiamento nei sistemi di welfare locali, gli assetti istituzionali e i modelli di servizio per la non autosufficienza. È Direttore Scientifico dell'Osservatorio sulla Long Term Care (OLTC) del Cergas – SDA Bocconi.