
XIII Triennale - Sezione dell'Austria - Progetto dell'allestimento di Fritz Goffitzer, 1964 © Publifoto
Realizzare futuri possibili: gli allestimenti dei padiglioni stranieri per le esposizioni internazionali di Triennale
Le Esposizioni Internazionali hanno lo scopo di stimolare il confronto tra i Paesi offrendo una rassegna di soluzioni culturali, espressive, produttive, tecnologiche e sociali alle sfide fondamentali che l'umanità deve affrontare nell’ambito di uno specifico tema.
A partire dalla Great Exhibition allestita nel 1851 a Londra, le Esposizioni Internazionali hanno iniziato a diffondersi attraendo sempre più visitatori. In risposta all’esigenza di regolare e gestire l’organizzazione di questo tipo di eventi, il 22 novembre 1928 i delegati di trentadue nazioni hanno sottoscritto a Parigi la Convenzione sulle Esposizioni Internazionali (Convention of Paris relating to international exhibitions) attraverso la quale viene istituito il Bureau international des expositions (Bie) che, a oggi, conta oltre 170 Paesi membri. L’Italia vi ha aderito nel 1932 ottenendo anche la registrazione permanente di Triennale Milano, unica Istituzione culturale tra i membri del Bie.

IX Triennale - Sezioni estere - Svizzera - Elemento espositivo circolare con oggetti in vetro e ceramica nella seconda sala della sezione svizzera, progetto dell'allestimento dell'architetto Max Bill, 1951 © Farabola

VIII Triennale - Sezioni estere - Uruguay, U.T.E. - Pannelli di presentazione dell'ente autonomo U.T.E., 1947 © Casali - S.E.M.

XI Triennale - Sezione della Cecoslovacchia - Modello in scala del padiglione della sezione della Cecoslovacchia, progetto dell'allestimento dell'architetto Frantisek Tröster, 1957 © Feyfar Zdenko

XI Triennale - Sezione della Cecoslovacchia - Corsia blu della sezione della Cecoslovacchia, progetto dell'allestimento dell'architetto Frantisek Tröster, 1957

Dalla prima edizione a Monza nel 1923 e fino al 2019, si svolgono 22 edizioni dell’Esposizione Internazionale di Triennale Milano (di cui 17 riconosciute dal Bie ) che vedono la partecipazione – su invito diretto del Ministero degli Affari Esteri – di 58 paesi stranieri tra cui: Afghanistan, Albania, Algeria, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Bosnia, Brasile, Canada, Cina, Cipro, Colombia, Corea del Sud, Croazia, Cuba, Danimarca, Egitto, Etiopia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Haiti, India, Iran, Israele, Jugoslavia, Libano, Liberia, Lituania, Marocco, Messico, Myanmar, Moldavia, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica del Sudan del Sud, Romania, Russia, Singapore, Scandinavia, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Tunisia, Ungheria, Uruguay.
Oltre a costituire un’occasione di conoscenza delle produzioni artistiche, industriali, tecnologiche e culturali mondiali, le Esposizioni Internazionali rappresentano un momento di grande sperimentazione su temi progettuali legati all’allestimento, alla comunicazione, alla grafica, e a quello che oggi chiamiamo storytelling.




Nell’ambito delle Esposizioni Internazionali di Triennale Milano sono stati realizzati allestimenti firmati da architetti e designer di tutto il mondo tra cui, solo per citarne alcuni: Max Bill, Charles Forberg, Makio Hasuike, Hans Hollein, Isao Hosoe, Finn Juhl, Josef Paul Kleihues, Poul Kjaerholm, Isao Ogawa, Serge Salat, Ewoud Traast, Eduardo Terrazas, Frantisek Tröster, Timo Sarpaneva, Junzo Sakakura, Kiyoshi Seike e Tapio Wirkkala. La loro presenza a Milano ha sicuramente consentito, da un lato, ai progettisti italiani di guardare alle esperienze estere e, dall’altro, di avvicinare i designer stranieri al tessuto culturale e produttivo italiano. Questi professionisti, insieme ad artigiani, pittori, illustratori, grafici, videomaker e curatori coinvolti nel progetto e nella realizzazione dei padiglioni, hanno contribuito al dibattito internazionale sulla cultura del progetto, dell’effimero e sull’arte del mostrare.
Nell’ambito delle Esposizioni Internazionali si sviluppa, infatti, a partire dai primi decenni del secolo scorso, la disciplina dell’exhibition design che unisce la dimensione intellettuale a quella del fare. Questa si occupa precipuamente della possibilità di mettere in mostra, velocemente e per un breve periodo di tempo, artefatti e oggetti, rispondendo alla necessità di comunicare contenuti a un pubblico sempre più vasto.

XIV Triennale - Sezioni nazionali - Messico - Progetto di Eduardo Terrazas, 1968 © Publifoto

XIV Triennale - Sezioni nazionali - Jugoslavia - Progetto di Majda Dobravec-Lajovic e Grega Kosak, 1968 © Ancillotti

XIV Triennale - Sezioni nazionali - Messico - Modello in scala dell'allestimento della sezione messicana, progetto di Eduardo Terrazas, 1968

XVII Triennale - Sezione Germania. Esposizione InternazionaleLe città del mondo e il futuro delle metropoli. Commissario e progetto dell'allestimento: Josef Paul Kleihues, 1988 © Piazza Matteo

L’exhibition design può essere inteso come una forma di comunicazione coordinata e multimediale che offre un’ampia libertà di sperimentazione progettuale attingendo ai linguaggi dell’architettura, dell’illuminotecnica, della scenografia, della pittura, della scultura, dell’audiovisivo e delle arti grafiche. Progettare un allestimento vuol dire porre al centro l'esperienza del visitatore, la sua psicologia e le relazioni emotive ed estetiche con lo spazio, indirizzarne i percorsi, definire il contesto luminoso e sonoro comunicando e veicolando idee e messaggi.
Il breve percorso fra le centinaia di fotografie e documenti conservati negli Archivi di Triennale Milano, qui proposto, interessa un arco temporale di oltre settant’anni e vuole evidenziare come i progetti di allestimento dei padiglioni dei Paesi stranieri realizzati in occasione delle Esposizioni Internazionali di Triennale abbiano contribuito a definire la collaborazione tra architettura, grafica e design come fattori di mediazione ideologica, culturale, sociale e politica. Se da un lato queste archigrafie effimere hanno un ruolo importante nella comunicazione del gusto, dell’estetica del progetto, e dell’identità di un Paese, dall’altro hanno il merito e la capacità di materializzare visioni, idee e ipotesi di futuro rendendole possibili e quindi realizzabili.

XXII Triennale, Padiglione cinese, 2019

XVIII Triennale - Partecipazioni internazionali - Sezione Paesi Bassi. Segni nella strada. Progetto dell'allestimento di Ewoud Traast e Edith Gruson, 1992 © Fondacci Fabio

XXI Triennale, Padiglione del Regno Unito, 2016 © Gianluca Di Ioia

XXII Triennale, Padiglione polacco,Mycosystem, 2019



