1964, XIII Triennale, Facciata d'ingresso del Palazzo dell'Arte con il ponte in ferro di Aldo Rossi e Luca Meda
Fuori dai margini: gli allestimenti della facciata del Palazzo dell’Arte durante le Esposizioni Internazionali
7 maggio 2021
Dal 1933 Triennale Milano abita un luogo, il Palazzo dell’Arte, che si trova al numero 6 di Viale Alemagna a Milano. L’edificio, progettato da Giovanni Muzio, da quasi 90 anni è il contenitore delle tante storie raccontate dalle Esposizioni Internazionali. Storie che, come quelle raccontate in questo breve percorso fra le fotografie conservate negli Archivi di Triennale Milano, spesso sono uscite dai margini dello spazio interno all’architettura per annunciarsi sulla facciata e sul piazzale antistante il palazzo.
Il primo progetto di allestimento che interessa la facciata e il piazzale antistante il Palazzo dell’Arte è quello realizzato nel 1951, in occasione della IX Triennale, da Giorgio Grando e Gianfranco Patrini. Davanti all’ingresso principale della Triennale si innalza un grande falcone a struttura tubolare metallica che regge tre pensiline frangisole concepite per enfatizzare i percorsi principali di accesso. Il falcone, alto 29 metri, è illuminato per la maggior parte con luce nera di Wood mentre, nella parte rimanente, è rivestito con pellicola adesiva rifrangente.
Nel 1957, in occasione della XI Triennale, la facciata del Palazzo dell’Arte si veste con un paramento metallico: cinque grappoloni, alti circa 20 metri, realizzati in lamiere di acciaio disposte, in pianta, secondo cinque stelle a otto punte e appese l’una all’altra per venti piani sovrapposti. Il progetto è di Giulio Minoletti e Nelly Krauss.
1957, XI Triennale, paramenti di lamiere di acciaio appese all'ingresso del Palazzo dell'Arte, progetto di Nelly Krauss e Giulio Minoletti
Nel 1964 in occasione della XIII Triennale, Aldo Rossi e Luca Meda, assegnano alla facciata del Palazzo dell’Arte una nuova funzione, quella di fare da supporto a un ponte a sezione triangolare diviso in due tronchi, sfalsati in pianta e raccordati da una passerella. Il primo tronco collega la Triennale a viale Molière e il secondo viale Molière a viale Zola. Il ponte, in struttura reticolare di tubo di ferro rivestita di rete metallica, è verniciato di bianco.
1964, XIII Triennale, Facciata d'ingresso del Palazzo dell'Arte con il ponte in ferro di Aldo Rossi e Luca Meda
1968, La facciata principale del Palazzo dell'arte dopo l'occupazione della XIV Triennale
La XIV Triennale non prevedeva nessun particolare allestimento esterno, ma siamo nel 1968 e nella settimana precedente alla data di inaugurazione dell'Esposizione gli scontri tra studenti e polizia divampano nelle Università milanesi. Il 30 maggio, mentre è in corso la cerimonia di apertura, una folla composta da un centinaio di persone, composta prevalentemente da studenti e artisti, si raduna sul piazzale antistante il Palazzo dell’Arte per poi irrompere negli spazi espositivi proclamando l’occupazione dell’istituzione che dura fino all’8 giugno quando avviene lo sgombero. Come testimoniano le fotografie dell’epoca, anche in questa occasione la facciata imbrattata di Triennale diventa il supporto di segni e messaggi che annunciano cosa avviene al suo interno.
Per la XVIII Esposizione Internazionale, allestita nel 1992 da Aldo Rossi e Luca Meda, la facciata viene usata unicamente come supporto dello stendardo con l’immagine grafica progettata da Bob Noorda. Le intenzioni dei progettisti sono però diverse, come testimoniano diversi bozzetti e schizzi di progetto, cioè di far idealmente proseguire il muro rosso, costruito all’interno del Palazzo dell’Arte appena dopo l’ingresso, sul piazzale antistante in modo da costituire una sorta di struttura segmentata che si proietta nel verde di fronte a Triennale. Questo progetto, rimasto solo sulla carta, ribadisce la necessità già dichiarata dai progettisti con il ponte realizzato per la XIII Triennale, di realizzare un raccordo tra il Palazzo dell’Arte e il parco antistante.
1992, XVIII Triennale, facciata d'ingresso al Palazzo dell'Arte, manifesto ufficiale disegnato da Bob Noorda
1992, XVIII Triennale, disegni per il progetto dell'allestimento Aldo Rossi e Luca Meda
1996, XIX Triennale, Mostra introduttiva esterna - La Triennale nella città - "Una piazza per la Triennale" di Pietro Derossi. Piazza antistante la Triennale, progetto di Pietro Derossi
Fino al 1996, la parte di Viale Alemagna antistante l’ingresso del Palazzo dell’Arte è attraversata dal traffico automobilistico. La XIX Triennale del 1996 offre l’occasione per realizzare un grande intervento di rinnovamento del piazzale allo scopo di restituire monumentalità al palazzo e di proporlo come segno evidente nel paesaggio urbano.
La prima operazione ritenuta necessaria dal progettista Pietro Derossi è quella di rivedere l’organizzazione del traffico creando una grande aiuola verde davanti all’ingresso del palazzo. Sul catalogo generale della XIX Esposizione Internazionale De Rossi racconta: “[…] si è potuto così ottenere un'area tranquilla e questa nuova condizione ha ridato vitalità e monumentalità al palazzo. È possibile ora, eliminata la violenza del traffico, svolgere nuove attività: passeggiare, attendere, contemplare, riposare. È una proposta di rinnovamento della fruizione che dà nuova vita all'opera di Muzio. Prima di entrare a visitare questa o quella mostra, l'architettura del palazzo si propone come segno evidente, chiaro e anche quale commemorazione di tante vicende e tante avventure. Una piccola parte dell'area antistante è stata pavimentata con lastre di granito e arredata con sedili, gazebi e una fontana. Campeggia più elevato, un "albero delle parole". Le parole scelte quali rami letterari sono: TU, L’ALTRO, CONTESTO, COSTUMI, DOPPIO, NARRATIVITÀ, TRADIZIONI, AMORE, EVENTI, INCONTRI, RACCONTO. Tutte parole che aleggiano intorno al grande tema inquietante (della XIX Triennale n.d.r.), "Identità e differenze". […] In tutta l'area è stato creato un nuovo sistema di illuminazione. Una sequenza di corpi illuminanti posti su alti pali distribuiti a gruppi di tre segnano i percorsi dalla piazza verso la città a nord e a sud. […] Si tratta di un intervento semplice, leggero, provvisorio. Un invito a reinterpretare questo luogo in relazione al tema più generale della riqualificazione di tutto il parco Sempione. […] L'intervento fissa una soluzione ma contemporaneamente apre un processo. Abbiamo voluto costruire l'allestimento di un’attesa e avviare dialoghi attenti sul futuro di una parte importante della città.”