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Triennale Milano

L'astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta dell'Agenzia Spaziale Europea al simposio del 4 marzo

30 aprile 2020
Il 4 marzo 2020 in Triennale si è svolto il primo seminario dedicato alla XXIII Esposizione Internazionale, che si terrà nel 2022. Sono stati invitati a dare il loro contributo esperti di diversi campi disciplinari: dall’astrofisica alla filosofia, dall’etologia all’arte visiva, dalla geopolitica alla robotica. Il primo intervento che abbiamo raccolto è quello dell'astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta.
Video dell'intervento di Ersilia Vaudo Scarpetta al seminario del 4 marzo 2020
L'idea della prima volta
"Quando qualcosa accade per la prima volta usciamo dalla nostra comfort zone. Trovarsi di fronte a qualcosa che non faceva parte del nostro punto di vista ci trasforma: non siamo più quello che eravamo e cambia la nostra prospettiva sul mondo. Oltre al fatto che allargando il punto di vista l'impossibile può diventare reale, che è una delle caratteristiche della fisica: infatti uscendo dal mondo newtoniano si entra in mondi di cui non abbiamo esperienza ma sono altrettanto reali."
"Il 21 luglio 2019 abbiamo festeggiato i 50 anni dell'allunaggio: circa 600.000.000 di persone, un quinto dell'umanità di allora, assistettero a questo momento che suggellò l'attraversamento di un margine che ci conteneva, mentre qualcosa di irreversibile si è messo in moto rispetto alla nostra presenza nel cosmo. Fu un momento così immenso che ha quasi svuotato la possibilità di un dopo: cambiò la prospettiva su noi stessi."
"Qualcosa di ancora più straordinario era avvenuto nella vigilia di Natale del '68 quando Bill Anders e la missione di Apollo 8 si trovarono di fronte a un'immagine inaspettata: la Terra che sorge da dietro il profilo lunare. 'Eravamo andati per esplorare la Luna e abbiamo scoperto la Terra' disse Bill Anders."
"Lo sguardo si posò dove nessuno sguardo si era mai posato prima. La Terra sembra sospesa con la sua solitudine nel buio di una notte eterna avvolta solo da un alone blu. Gagarin, durante il suo primo volo in orbita bassa, aveva già visto questo alone blu che è ciò che si frappone tra noi e un vuoto soffocante. La lezione è chiara: non pensare di contare qualcosa sei fragile, sei piccolo, sei una scintilla in un universo a cui di te non importa nulla però sei arrivato fino qui. Ed è stato questo sguardo su noi stessi, prima del piede nella polvere di Armstrong, che ha dato un significato al cosmo e soprattutto agli esseri umani nel cosmo."
"Nel '77 furono lanciate due sonde gemelle i Voyager, gli avamposti della presenza umana nell'universo, che sono ancora in viaggio nel sistema interstellare portando con loro l'essenza dell'umanità contenuta nei golden record di Carl Sagan. Quando Voyager 1 stava per arrivare al bordo del sistema solare e la Nasa era in procinto di spegnere gli strumenti, Carl Sagan, riuscì a farlo 'girare' per l'ultima volta lasciandoci l'immagine straordinaria della Terra vista dal piccolo Voyager mentre si preparava al suo solitario lunghissimo viaggio nello spazio interplanetario: l'ultimo sguardo indietro verso casa. La foto è stata scattata da 6.000.000.000 di km, si vede un puntino sfuocato e lontano, quello che Carl Sagan chiamò il 'pale blue dot', un granello di polvere sospeso in un raggio di luce."
Su e giù
"Abbiamo una stazione spaziale che gira da vent'anni intorno alla Terra vedendo sedici tramonti e sedici albe al giorno. È il nostro sguardo su noi stessi più ravvicinato, infatti si trova a soli 400 km di distanza, e ci permette di vedere molte cose, dall'attività della natura alla devastazione che l'uomo apporta sulla natura. Ma se ci guardiamo di notte troviamo la luce e con la luce troviamo la vita. Il buio e la luce sono la presenza della vita sul nostro pianeta. Anche guardando il Nilo vediamo come l'acqua vuol dire vita in un buio intorno che è legato all'assenza di qualcosa, un vuoto, un'assenza di acqua, di presenza."
ESA
Shock absorbers
"Le donne sono le principali vittime del climate change. Le donne sono quattordici volte più esposte alla morte durante i disastri ambientali di quanto lo siano gli uomini, per il loro ruolo di carers, hanno meno accesso ai sistemi di warning, hanno meno risorse, anche rispetto alla fame sono degli shock absorbers."
Ersilia Vaudo Scarpetta ha approfondito in un articolo uscito su "Wired" nel settembre del 2018 alcuni spunti rievocati nell'intervento del 4 marzo in Triennale, in particolare la tematica a lei molto cara del rapporto tra donne e scienza, cui sta attualmente lavorando con una task force, formata dalla Ministra Elena Bonetti, di dodici professioniste, tra cui Fabiola Giannotti.
La strada verso la Parità passa dalla Scienza
500 sterline all’anno e una stanza tutta per sé. Questo è ciò che serviva ad una donna, secondo Virginia Woolf, per poter scrivere e realizzarsi in un mondo dominato da uomini. Era il 1928, e in quello stesso anno il suffragio fu esteso a tutte le donne britanniche, eppure passarono altri 19 anni prima che Cambridge riconoscesse alle donne un titolo di laurea equivalente a quello rilasciato ai colleghi maschi. Qualcosa d’irreversibile cominciava, l’accesso all’istruzione e, proprio in questo campo, i progressi sono stati impressionanti. 
Le giovani donne a scuola sono più brave, studiano mediamente di più e hanno una probabilità maggiore di terminare gli studi. Tuttavia, dopo la laurea, comincia un processo di dispersione di talenti e competenze che si accentua ad ogni passo. Il cammino verso l’uguaglianza di genere sembra essere davvero “una strada in salita”. Al ritmo dei progressi di oggi, ci vorranno almeno 100 anni per colmare il divario di genere globale e 217 anni per arrivare all’uguaglianza di genere nel settore del lavoro. 
Una presenza più forte di donne nelle discipline tecnico-scientifiche – le materie cosiddette STEM Science, Technology, Engineering and Mathematics – metterebbe in moto una rivoluzione, profonda, pervasiva e sostenibile nel tempo. Perché oggi sono ancora così poche le ragazze che scelgono di confrontarsi con le discipline tecno-scientifiche? Certamente non è una questione di capacità intrinseche. Uno studio dimostra come non ci sia nessuna differenza di genere nelle abilità quantitative e matematiche nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 8 anni. Le differenze emergono successivamente, e in gran parte ciò è dovuto a fattori socio-culturali. 
La divergenza di traiettorie tra ragazzi e ragazze comincia intorno ai 15 anni: la fiducia in sé stessi, la percezione della propria identità, i giudizi di valore e la proiezione nel futuro sono plasmati, a loro volta, dal più ampio contesto sociale in cui gli studenti vivono. 
Una trasformazione è comunque in atto: a velocità crescente, sul mercato del lavoro, le cose che i robot non sapranno fare saranno sempre di meno. Il futuro dipenderà quindi dalla capacità di abbinare le competenze tecniche a forti abilità interpersonali, creative e di pensiero interdisciplinare. Studiare STEM, è l’opportunità di una straordinaria esperienza intellettuale, l’emozione di spingere la mente dove non si è ancora stati, lo stupore della scoperta, l’eccitazione dell’impossibile che diventa reale.
Il 7 marzo di 2020 su "Il Sole 24 Ore" è stato pubblicato uno studio ulteriore del rapporto tra matematica e pari opportunità.
In un paese dove le disuguaglianze aumentano e l’ascensore sociale, per chi viene da famiglie più svantaggiate, è fermo, la sfida delle pari opportunità non può aspettare. E passa anche dalla matematica. Un linguaggio, un modo di pensare, un fattore di stima in se stessi, e, in un mondo in trasformazione, un “abilitatore di futuro”. La possibilità di essere a proprio agio in quegli spazi dove si immagina e si costruisce il domani. 
Le differenze in matematica mettono a fuoco altre disuguaglianze: territoriali Nord-Sud e socio-economiche. È impressionante osservare come queste ultime aiutino a prevedere le prestazioni in matematica e scienza in tutti i paesi esaminati: una sorta di determinismo sociale implacabile. 
Abbiamo tutti un “senso dei numeri”, presente anche nei bambini molto piccoli. Se le capacità di partenza sono uguali - come dimostra Stanislas Dehaene, scienziato cognitivo esperto della relazione tra neuroscienza e apprendimento -, la possibilità di raggiungere risultati eccellenti o pessimi dipenderà dall’amore, o dalla diffidenza, per la matematica. Le valutazioni internazionali dimostrano quanto l’eccellenza in matematica possa essere il risultato di volontà politica e strategie pedagogiche forti. 
In Francia, il valore strategico della matematica è fortemente sentito, tanto da fare di questo tema un’urgenza politica, una priorità nazionale. La motivazione: la consapevolezza che uno scarso rendimento in matematica può portare a una situazione socialmente ed economicamente disastrosa che, se non corretta, può pesare fortemente sul futuro sviluppo del Paese. 
Una grande attenzione è stata posta sull’impatto psicologico che l’esclusione della matematica ha sulla costruzione dell’individualità di uno studente e sulla percezione di sé. Per questo è importante non lasciare indietro l’apprendimento della matematica, linguaggio dell’universo, e del mondo fisico che abbiamo intorno. E se uno studente o una studentessa si convincono di non essere portati, come Paese abbiamo un dovere: portarli noi.    
Ersilia Vaudo Scarpetta è laureata in Fisica all’Università La Sapienza di Roma, dove ha lavorato nel Dipartimento di Cosmologia. Da molti anni lavora all’Agenzia Spaziale Europea a Parigi, dove è attualmente ESA Chief Diversity Officer. Ha inoltre lavorato quattro anni all’ufficio dell’ESA di Washington DC. È stata membro del Board of Directors di Women in Aerospace USA ed è attualmente membro dell’International Women’s Forum, di Women in Aerospace – Europe, e del Women’s Forum for the Economy Society Daring Circle. Ha partecipato come speaker a vari TEDx Talk in Europa e ha scritto numerosi articoli su scienza e spazio.