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Triennale Milano
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati

Notizie da un altro Universo

15 aprile 2022
Tra circa quarantamila anni le sonde spaziali Voyager 1 e 2, lanciate nello spazio rispettivamente il 20 agosto e il 5 settembre 1977, dovrebbero raggiungere il più vicino sistema stellare. Al loro interno sono state caricate due copie di un disco d’oro – il Golden record – una sorta di time capsule progettata dall’astronomo Carl Sagan per offrire alle forme di vita extraterrestri un ritratto sintetico della civiltà umana. Ogni disco contiene centoquindici  tra fotografie e grafici che illustrano come si vive sulla terra, una collezione di suoni della natura, una selezione di novanta  brani musicali e la registrazione di saluti in cinquantacinque lingue diverse.
Viene da chiedersi, se mai questi dischi dovessero raggiungere una qualche forma di vita senziente, che faccia farà chi cercherà di decifrarne il contenuto? Capirà il nostro linguaggio? Sarà in grado di farsi un’idea di chi siamo e di cosa vogliamo comunicare?
Probabilmente quell’essere sarà pervaso dalla stessa sensazione di stupore e meraviglia, ma anche di terrore e spaesamento, che proviamo noi oggi sfogliando le pagine del Codex Seraphinianus di Luigi Serafini, e forse si porrà le stesse domande che ci facciamo noi. Che cos’è? Da quale pianeta arriva? Chi è l’autore? È un bambino che ha elaborato un immaginario parallelo a quello reale? O è invece  un vecchio di duemila anni che ci sta lasciando in eredità un sistema culturale ormai dimenticato?
Di cosa parla questa opera enciclopedica scritta e illustrata tra il 1976 e il 1978, da Luigi Serafini? Dell’invisibile? Del surreale? Del metareale? Il tema centrale è la comunicazione. La filosofia che la guida è la stessa  alla base di blog e social network (nati entrambi nel 1997, vent’anni dopo): rendere pubbliche le proprie visioni, le proprie pulsioni, i propri desideri.
Cruciale per Serafini è un viaggio di quattro mesi in California fatto all’inizio degli anni settanta, durante il quale scopre l’urgenza di muoversi, comunicare, fare rete. In quegli anni, come lui stesso racconta “le città erano i nodi in cui i giovani si spostavano portando immagini, concerti, ci si abbeverava nei nuovi fenomeni editoriali, c’era un movimento beat, ma più nel senso di bit. Internet nasceva con il progetto Arpanet, e io ero fissato con l’idea che i miei disegni non dovessero passare per il circuito chiuso delle gallerie d’arte, ma dovessero diventare un libro e circolare in una rete, che non c’era ma che sarebbe arrivata”.

“Le città erano i nodi in cui i giovani si spostavano portando immagini, concerti, ci si abbeverava nei nuovi fenomeni editoriali, c’era un movimento beat, ma più nel senso di bit."
Luigi Serafini
L’idea del libro nasce nel 1976 quando, rientrato a Roma, di fronte alla proposta di un amico che lo invita a uscire, Serafini inventa una scusa: “Non posso, sto facendo un’enciclopedia”. Da quel momento la scusa si trasforma in un impegno. Chiuso nel suo studio con un gatto sulle spalle – si sa, i felini sono gli animali d’elezione di streghe e alchimisti –  come un monaco amanuense inizia la produzione delle tavole che compongono il Codex. Le pagine “sgorgano” dalla matita proprio come fa un fiume dalla sorgente. Le immagini gocciolano, probabilmente per effetto della forza di gravità, sulla carta. L’artista è uno strumento – una specie di medium – a cui un Universo parallelo ricorre per manifestarsi sulla Terra.
Da cosa è popolato questo Universo? Da animali vegetali, oggetti animati, uomini oggetto, corpuscoli luminosi, gambe e piedi a cui è affidato il dono di rendere vivo l’essere a cui appartengono, nuvole usate come materiale da costruzione, arcobaleni solidi, fiori fluttuanti, mobili immobili, vulcani che eruttano uova, micromondi nascosti dentro le lettere di una grafia illeggibile.
Si tratta di un Universo che genera sentimenti contrastanti,  composto da elementi riconoscibili ma che hanno tra di loro relazioni alienate,   un mondo rassicurante ma indecifrabile, per dirla con Italo Calvino, che firma l’introduzione al Codex nell’edizione del 1981 pubblicata da Franco Maria Ricci: “L'angoscia che questo Altro Universo ci trasmette non viene tanto dalla sua diversità dal nostro, quanto dalla sua somiglianza: così la scrittura, che potrebbe essersi verosimilmente elaborata in un'area linguistica a noi straniera ma non impraticabile. (…) Le immagini dell'esistente contorcono e accavallano i loro nessi, lo scompiglio degli attributi visuali genera mostri, l'universo di Serafini è teratologico. Ma anche nella teratologia c'è una logica, i cui lineamenti di momento in momento ci sembra di veder affiorare e svanire, come i significati di queste parole diligentemente vergate a punta di penna. Come l'Ovidio delle Metamorfosi, Serafini crede nella contiguità e permeabilità d'ogni territorio dell'esistere. L'anatomico e il meccanico si scambiano le loro morfologie: braccia umane, anziché in una mano, finiscono in un martello o una tenaglia; gambe si reggono non su piedi ma su ruote. L'umano e il vegetale si completano (…). Il vegetale si sposa al merceologico (…), lo zoologico al minerale (…), e così il cementizio e il geologico, l'araldico e il tecnologico, il selvaggio e il metropolitano, lo scritto e il vivente. Come certi animali assumono la forma d'altre specie che vivono nello stesso habitat, così gli esseri viventi sono contagiati dalle forme degli oggetti che li circondano.

“L'angoscia che quest'Altro Universo ci trasmette non viene tanto dalla sua diversità dal nostro, quanto dalla sua somiglianza."
Franco Maria Ricci
E mentre questo Universo parallelo si manifesta sulla Terra, Serafini parte alla ricerca di un editore. Per giorni si apposta in macchina in via Santa Sofia a Milano, sotto la casa editrice di Franco Maria Ricci – visto fino ad allora solo in fotografia – una volta avvistato lo segue, riuscendo a dribblare portineria e segretaria, fin dentro il suo ufficio. Ricci, da subito incuriosito, pubblica nel 1981 il Codex sotto forma di enciclopedia in due volumi omettendo volutamente il nome dell’autore in copertina per aumentare l’aura di mistero intorno all’opera. Dopo la prima edizione seguono, nel 1983, alcune edizioni internazionali stampate in un unico volume: quella americana per Abbeville Press, quella tedesca per Prestel Verlag e quella olandese per Meulenhoff/Landshoff. Nel 1993 Ricci pubblica una nuova edizione in francese e spagnolo, a cui ne seguono tre di Rizzoli: nel 2006, 2013 e 2016. Nel 2014 un’edizione aggiornata dell’opera è pubblicata in Ucraina dalla casa editrice Laurus e nel 2021, in occasione dei quarant’anni dalla prima pubblicazione, esce sempre per Rizzoli un’edizione arricchita da diciassette nuove tavole e dal libello Decodex in cui Serafini racconta, con testi e immagini, le origini della sua opera.
Dalla fine del secolo scorso a oggi il Codex ha riscosso grandi consensi sia tra artisti e intellettuali – oltre a Calvino, ne rimasero affascinati Achille Bonito Oliva, Tim Burton, Philippe Découflé, Federico Fellini, Douglas Hofstadter, Giorgio Manganelli e Federico Zeri – che sui social network. A oggi su Instagram ci sono più di cinquemila post taggati #codexseraphinianus molti dei quali sono fotografie di tatuaggi ispirati ai disegni di Serafini.
Il Codex Seraphinianus è tante cose. È, come lo definì Calvino, “l’enciclopedia di un visionario”, è un beau livre d’artista, è il ritratto di un mondo alieno, è un contenitore di sogni e visioni, è un gioco ma soprattutto è un libro democratico che ha il merito di metterci tutti allo stesso livello di analfabetismo e il potere di tenerci incollati alle sue pagine alla ricerca di un modo per decifrarne il contenuto. Davanti alle tavole di Serafini diventiamo come i bambini che, per imparare a leggere, si sforzano di dare un senso al misterioso sistema di segni e codici elaborati dagli adulti.
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati
© Luigi Serafini, Tavole da Codex Seraphinianus, courtesy Rizzoli Libri Illustrati