Tra il 29 e il 30 ottobre del 1954, Triennale organizza inoltre il primo Congresso internazionale dell’Industrial Design con interventi, tra gli altri, di Giulio Carlo Argan, Max Bill, Gillo Dorfles, Lucio Fontana, Augusto Morello, Tomás Maldonado, Ernesto Nathan Rogers, Vittoriano Viganò. Tra le mostre temporanee c’è quella dedicata a un premio istituito da La Rinascente: Il Compasso d’oro per l’estetica del prodotto.
Di fronte alla centralità dei temi legati all’industrial design, Gio Ponti, a chiusura della X Triennale, riprende la proposta avanzata da Albini nel 1951. Ponti sente, in particolare, l’urgenza di non disperdere la memoria dello straordinario patrimonio di oggetti che transitano a Milano in occasione delle Esposizioni Internazionali di Triennale, la sua idea è quella di un Museo permanente di arte applicata, per il quale immagina come sede Triennale o, ancora meglio, l’allora nascente Museo della Scienza e della Tecnica. Si fa strada la necessità di raccogliere in una collezione museale gli oggetti d’uso, anche e soprattutto, quelli derivati dalla progettazione per l’industria. Da questo momento prende avvio un lungo dibattito durato oltre cinquant’anni sull’opportunità di istituire un Museo del Design a Milano: dibattito acceso e ricco di voci diverse, di speranze tradite e, ovviamente, di colpi di scena.
Nelle successive edizioni delle esposizioni internazionali di Triennale Milano, l’industrial design, con la sua complessità e i suoi confini sempre più sfumati, diventa oggetto di numerose letture che indagano anche gli aspetti sociologici, politici e culturali della disciplina oltre che quelli più legati alla progettazione e alla produzione. A partire dalla Mostra internazionale dell’industrial design, curata da Gillo Dorfles, Leonardo Ricci, Alberto Rosselli e Marco Zanuso, con allestimento di Sergio Asti e Gianfranco Frattini e grafica di Giulio Confalonieri, presentata nell’ambito della XI Triennale del 1957 che si proponeva di metterne a fuoco i fondamenti storici e culturali; passando per la rassegna dedicata nel 1968 al Grande Numero nella XIV; fino alla Mostra Internazionale del Disegno Industriale, curata da Ettore Sottsass e Andrea Branzi nel 1973 per la XV, in cui gli oggetti sono assenti e il focus è sul ruolo preponderante della comunicazione audiovisiva.