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Triennale Milano
© Noemi Vola su Tumblr

L'illustratrice Noemi Vola insegna ai bambini a osservare le piccole cose che ci circondano

21 luglio 2021
In occasione della seconda settimana di Summer Escapes insieme all'illustratrice Noemi Vola, abbiamo provato a trasformare i nostri disegni e le nostre idee in oggetti tridimensionali a partire dalle cose, piccole, insignificanti e inutili, che i nostri sguardi sono riusciti  a scoprire nel giardino del museo. 
Uno dei lavori realizzati dai bambini durante il campus estivo Summer Escapes con Noemi Vola
© Noemi Vola su Tumblr
In occasione della 22ª Esposizione Internazionale di Triennale, come Ludosofici insieme all'Education Manager di Triennale, abbiamo curato i laboratori kids legati alla mostra Broken Nature, il cui focus era proprio quello di immaginare e progettare realtà non più antropocentriche ma aperte ad altri esseri, animali e vegetali, e, perché no, anche alle nuove intelligenze artificiali. Nel tuo nuovo libro, interamente dedicato ai vermi, affronti lo stesso tema: provare a vestire i panni di un altro essere per guardare il mondo da nuove prospettive. Perchè secondo te questo esercizio è così importante? 
L’abitudine a ragionare in modo antropocentrico ha portato troppe volte l’uomo a considerarsi la più importante tra le forme di vita presenti sulla Terra. Purtroppo questo punto di vista, oltre ad essere molto arrogante, è anche decisamente limitato. Questa idea è stata talmente assimilata da noi essere umani che, nella maggioranza dei casi, non ci chiediamo neppure se questa gerarchia, che pone noi essere umani in cima, seguiti dagli animali e dall’ambiente in generale, sia giusta o sbagliata. Come sappiamo, però, questo comportamento ci ha portato a risultati decisamente pessimi che stanno rovinando, non solo il pianeta, ma anche noi stessi.
Personalmente sono sempre rimasta colpita dalla scarsa considerazione che spesso le persone hanno riguardo alla vita degli insetti: il fatto che questi animali siano di dimensioni inferiori rispetto alla nostra ci fa sentire giustificati a non considerarli alla pari. 
Se provassimo ad immedesimarci e a prenderci cura di quello che è più piccolo di noi, nonostante l’assenza di somiglianza, potremmo avere la possibilità di interpretare la complessità del reale muniti di nuove chiave di lettura.
D’altra parte, se cambiassimo punto di osservazione e ci guardassimo dallo spazio, anche noi uomini saremmo piccolissimi, proprio come a noi appaiono le formiche. Questo dovrebbe farci pensare che qualcosa non è meno importante perché meno visibile e che, per quanto piccola sia, ogni cosa può essere importante. Forse ragionare in questa direzione ci aiuterebbe ad essere meno egoisti come specie. 

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Spesso si parla di infanzia al pari di uno stato, la cui caratteristica principale è quella di essere transitoria: ad esempio si sente spesso dire che i bambini sono "i cittadini di domani". Insomma, nell'immaginario comune sono come dei bruchi in viaggio che presto diventeranno farfalle. Questo porta il mondo adulto al non considerarli come persone con bisogni e desideri specifici da ascoltare con serietà. Ma se invece cominciassimo a considerarli al pari dei vermi, secondo te, cosa potrebbe cambiare? 
(Mi piaceva molto il discorso che hai fatto sul fatto che non hanno fini, funzioni, obiettivi specifici ecc.)
La categoria dei bambini è per certi versi simile a quella degli artisti proprio perché sono categorie che spesso non vengono prese sul serio da certi adulti che credono ci debba essere sempre e per forza un fine, un’utilità. Ma chi ha detto che deve essere per forza così? Nessuno sa per quale motivo esistiamo sulla Terra e, troppo spesso, ci dimentichiamo di essere persone estremamente piccole che camminano sulla superficie di un pianeta che galleggia in un universo infinitamente grande. Per questo motivo, oltre a non doverci prendere troppo sul serio, dovremmo dare più spazio nelle nostre vite a quello che non ha senso, a quello che non si può spiegare o programmare, a quello che è inutile e senza scopo, a quello che esiste oggi in una forma ma, forse, domani esisterà in una forma completamente diversa. Anche questo modo di ragionare ci potrebbe aprire a nuove prospettive da cui osservare le cose.

© Noemi Vola su Tumblr
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In occasione del laboratorio con i bambini del progetto Summer Escapes in Triennale, hai proposto ai bambini un progetto in cui una parte fondamentale era dedicata all'osservazione. I bambini, dotati solo di un taccuini, si sono scatenati in una gara a chi osservava più particolari in un'area che, sebbene affascinante, come può essere il Giardino Giancarlo De Carlo, è anche abbastanza limitata. Come ha fatto un'azione così semplice a destare così tanto entusiasmo? 
L’idea di invitare i bambini a raccogliere sui taccuini quante più cose riescono a vedere attorno a loro mi è venuta ripensando ai famosi elenchi di Georges Perec. In particolare, osservando una piazza di Parigi, Perec nota che ci sono molte cose, e aggiunge che “ (…) di queste cose, molte, se non la maggior parte, sono state descritte, classificate, fotografate, raccontate o recensite.” Il suo intento è però di  andare oltre alle cose che si vedono immediatamente, ad un primo sguardo; e il tentativo che fa è di “(…) descrivere il resto : ciò di cui normalmente non si prende nota, ciò che non si osserva, ciò che non ha importanza : ciò che succede quando non succede niente, se non il tempo, le persone, le macchine e le nuvole.”
Ciò che trovo affascinante in questo esercizio di osservazione, è che si può fare dappertutto, ovunque ci si trovi e in qualsiasi momento. In ogni luogo, sia esso un luogo che conosciamo bene (o meglio, che ci sembra già di conoscere) o un luogo che in apparenza non sembra avere nulla di interessante, si può trovare tantissimo, molto di più di quello che si pensa. Mettere per iscritto, nero su bianco, quello che semplicemente c’è, ci aiuta a renderci conto di quanto possiamo scoprire osservando meglio le cose, andando a cercare nei posti più nascosti. Questa scoperta ci sorprende sempre: per questo è entusiasmante, non solo per i bambini. 
Uno dei lavori realizzati dai bambini durante il campus estivo Summer Escapes con Noemi Vola
Uno dei lavori realizzati dai bambini durante il campus estivo Summer Escapes con Noemi Vola
La seconda parte del laboratorio proposto prevedeva di lavorare sulla modellazione, proponendo un'azione che nel tuo lavoro hai già esplorato. Quali sono le differenze principali tra la bidimensione e la tridimensione? Tra l'illustrazione e la modellazione?
Quando si modella non si può mai sbagliare, perché la materia con cui si ha a che fare è mutevole, malleabile e si può maneggiare all’infinito. Questo incentiva a sperimentare forme nuove e diverse, a distruggere e ricominciare quando non si è soddisfatti, senza aver fretta di arrivare a qualcosa di definitivo. Inoltre, la modellazione tridimensionale ci dà il vantaggio di non doverci preoccupare di alcuni aspetti come, ad esempio, la composizione dell’immagine o dello sfondo che possono rendere complessa la costruzione di un’illustrazione e, in alcuni casi, anche bloccare. Se, infatti, si modella un soggetto ci si può concentrare principalmente solo su quel soggetto, senza preoccuparsi del resto. Addirittura, si può scoprire che “lo sfondo” altro non è che lo spazio in cui ci si trova, ossia uno spazio già esistente: è interessante vedere come quello che abbiamo creato con le nostre mani possa essere inserito e possa interagire con il paesaggio circostante.
Noemi Vola
Nata nel 1993, Noemi Vola è autrice e illustratrice italiana. Ha pubblicato con Corraini Edizioni Da Qui a Molto Lontano, Un libro di cavalli rivoluzionari e Un orso sullo stomaco, vincitore nel 2018 del Premio Nazionale Nati per Leggere e selezionato, nello stesso anno, per la mostra 100 Outstanding Picturebooks curata da dPICTUS alla Frankfurt Book Fair. Il suo libro FIM? Isto nao açaba assim (Planeta Tangerina) è vincitore dell’International Serpa Picturebook Prize 2017. Nel 2019 è stata selezionata alla Mostra Illustratori della Children’s book Fair di Bologna. Ha collaborato con varie realtà editoriali in Italia e all’estero, tra cui Bruaá Editora, Danchu Press, Vogue Bambini, Smemoranda, Kuš!
Crediti
I campus estivi Summer Escapes di Triennale Milano sono resi possibili anche grazie al supporto di Scalo Milano.