Triennale Milano
lupi
Italo Lupi, stendardo davanti al Palazzo dell'Arte, 1988, foto Matteo Piazza

Un lampo per Italo

30 giugno 2023
Salutiamo il maestro Italo Lupi (1934 – 2023) con le parole di Mario Piazza.
La notizia della scomparsa di Italo Lupi ci addolora molto. Questa non è la sede delle analisi storiche, è solo un lampo, la necessità di far riverberare oggi alcuni tratti della sua personalità di progettista.
La sua grafica è stata come assistere a una di quelle partite di calcio dove gioca una squadra di assoluta bravura (ad esempio, il Brasile di Pelé). Li vedi giocare e ti stupisci del ritmo facile facile, dell’assoluto controllo del campo, delle abilità dei fantasisti. Gli avversari non esistono, scompaiono di fronte a tanta scioltezza, a tanta facilità di esecuzione, a tanta allegra musicalità. Il gol è una certezza. Rivedendo nel loro insieme i progetti di Italo, ad esempio l’enorme corpus di lavori realizzati per Triennale Milano, la sensazione è questa. Lupi ha organizzato un impianto visivo, ricco di riferimenti, modulare ma non schematico, capace di accogliere sollecitazioni plurime. Si percepisce il senso di un rigore raggiunto e risolto a monte, così da lasciare un’ampia libertà di azione e movimento. Il brio di gestire il piano visivo con duttilità e discrezionalità sottrattiva.
Italo Lupi durante la conferenza stampa della mostra Saul Steinberg Milano New York, 2021, foto Gianluca Di Ioia
Italo Lupi, logo Triennale Milano fino al 2019
Lupi è stato anche l’autore del marchio istituzionale di Triennale Milano, che risultò vincitore a un concorso a inviti. Una giuria qualificata ne giustificò la scelta anche per la matrice araldica, che venne invece criticata dalla stampa (Immobile, goffo, eppur vincente titolò ad esempio “Il Sole 24 Ore”). In realtà dopo anni e anni di utilizzo e di numerosi cambiamenti di orientamento e politica culturale dell’ente, ma anche di rinnovamento e riordino delle sue strutture edilizie, questo marchio ha retto fino al 2019.
Italo Lupi, manifesto 16a Esposizione Internazionale di Triennale Milano, 1979-1982, foto Alessandro Saletta e Melania Dalle Grave – DSL Studio, © Triennale Milano
Italo Lupi, manifesto 17a Esposizione Internazionale di Triennale Milano, 1988, foto Alessandro Saletta e Melania Dalle Grave – DSL Studio, © Triennale Milano
E anche tutto il dispositivo visivo allora progettato ha funzionato, perché elegantemente autorevole, un’opera “aperta”, dove l’istanza registica è la chiave di volta del sistema, ma si appoggia su un impianto formale molto ben disegnato. Un’immagine niente affatto paludata, da “istituzione del design”, ma espressivamente ludica, curiosa e inventiva. Nella grafica di Lupi si sono fuse perfettamente le linee originali (o meglio il sentimento) della grafica italiana: quel costruire la pagina, l’annuncio o lo spazio con una grammatica generativa, fantasiosa e piena di colore, e quella brillantezza narrativa, che gioca a tutto campo, sorprendente e incantata. L’abilità dei fantasisti. Sapersi muovere in questi territori è stato un dono e averlo fatto con metodo e passione, gentilezza e misura resterà una grande garanzia per il futuro della grafica, anche di quella italiana.
Pannelli con i progetti del Concorso nazionale per la sezione italiana, a cura di Italo Lupi e Alberto Ferruzzi, 14a Esposizione Internazionale, 1968, foto Publifoto
16a Esposizione Internazionale, © Triennale Milano – Archivi