“Una caratteristica del nostro processo creativo è quella di partire dall’incontro con un altro oggetto artistico. Il primo, per noi, è stato lo spettacolo di Pina Bausch. Daria percepisce delle questioni, poi le mettiamo in mezzo e sicuramente quando decidiamo di lavorare su qualcosa dev’essere qualcosa che ci accende. Intuiamo dietro a quell’oggetto uno spazio di indagine e di affondo. Il fatto di avere un oggetto in comune ci aiuta, poi, a posizionarci secondo le nostre diversità”
Antonio Tagliarini
“È stato molto interessante quando siamo usciti da un rapporto di pura coppia. Ci dicevano, e abbiamo rischiato di crederci anche noi, che l’immediatezza del nostro modo di stare insieme venisse dall’amicizia, dalla complicità, dalla specificità del rapporto personale e lavorativo che c’era tra me e Antonio. Quando, nel 2013, abbiamo realizzato Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni con Monica Piseddu e Valentino Villa, abbiamo capito che, con tutte le anomalie del caso, – è attraverso le anomalie si creano cose nuove – non smettevamo di cercare e di costruire. Pur rimanendo io e Antonio i conduttori del gioco, abbiamo fatto un salto ulteriore verso quello che è un agio ampio di stare dentro un modo di procedere e di costruire uno spettacolo. Questo presuppone qualcosa di produttivamente complesso, un tempo lungo condiviso con tutti. [...] Non siamo più solo io e Antonio, eppure siamo sempre io e Antonio”
Daria Deflorian
“Il rapporto tra figura e persona cambia nei progetti e, per fortuna, qualche volta avanza in maniera amorevole verso il teatro, a braccia aperte. Accogliamo il fatto di non essere obbligati a presentarci sulla scena sempre come Daria e Antonio, perché quella che inizialmente è una libertà, se non viene riliberata, diventa una nuova prigione. Poterci liberare finalmente di Daria e Antonio e scivolare sempre di più dentro un rapporto dinamico con delle figure che non siamo noi è la scoperta. [..] Continuiamo a lavorare su questo confine, senza ideologie. Anche andando avanti verso questo abbraccio alla figura altra da me, posso tornare a essere Daria. Il lavoro che faccio per allontanarmi, ripiomba dentro di me.”
Daria Deflorian