Dal catalogo Contatto arte/città: Milano 1973, Pollenza, La nuova foglio, 1973, © Triennale Milano – Archivi
I Bagni misteriosi di Giorgio de Chirico raccontati attraverso gli archivi
24 settembre 2021
La Fontana Bagni misteriosi è stata realizzata nel 1973 durante la XV Triennale Milano (20 settembre — 20 novembre), in occasione di Contatto Arte/città: una manifestazione ideata e coordinata da Giulio Macchi, regista, autore e conduttore televisivo, anticipatore della divulgazione scientifica nella televisione italiana con il programma Orizzonti della scienza e della tecnica in onda sulla RAI dal 1966 al 1974.
La proposta iniziale fu inviata da Macchi al Presidente della Triennale, il pittore Remo Brindisi, il 21 novembre 1972 ed era intitolata Strutture. Ambiente. Giardino. Nella lettera manoscritta Giulio Macchi invitava il Presidente a trovare insieme gli artisti più validi e “adattabili” per una “manifestazione allargata nella quale coinvolgere l’intero parco e la cittadinanza milanese”.
Dal catalogo Contatto arte/città: Milano 1973, Pollenza, La nuova foglio, 1973, © Triennale Milano – Archivi
“La città elimina la natura o la costringe in spazi ristretti. I parchi, i giardini, i cortili sono congelati da interventi irrispettosi o timidi dell’uomo. La proposta è di chiamare in aiuto della natura sacrificata dentro la città, la inventiva fantasiosa degli artisti, particolarmente scultori. Una serie di scultori da noi scelti saranno invitati a produrre un “set” di oggetti fruibili (tipo panchine) e non fruibili (tipo fontane). Il “set” struttura-ambiente-giardino di ogni artista dovrà occupare un angolo isolato del parco. Ogni “set” dovrà essere distanziato dall’altro per conservare la sua originale presenza”.
L’uso del termine “set” proveniva verosimilmente dalla sua esperienza come autore televisivo. Il progetto diventerà Contatto Arte/città e vedrà l’inserimento di dodici creazioni per spazi pubblici all’interno di Parco Sempione, tra cui: il Teatro continuo di Alberto Burri, il Chiosco scultura di Giorgio Roccamonte, il Labirinto musicale di Alfredo Pizzo Greco, e l’Eden artificiale di Gino Marotta. Nell’introduzione al catalogo ufficiale della manifestazione Giulio Macchi esprime la volontà di stabilire un contatto fra arte e città, tra artista e cittadini non “a livello di provvisorietà fieristica, ma di opere concrete che restino valide nel tempo”.
Cosa accadde poi? Tutte le opere furono ritirate dagli artisti al termine della manifestazione, rimasero il Teatro continuo di Burri, l’Accumulazione musicale e seduta di Pierre Fernandez Arman e La Fontana Bagni misteriosi, oggi visitabile nel Giardino Giancarlo De Carlo di Triennale Milano.
Per i Bagni misteriosi Giulio Macchi aveva pensato “al pittore che non ha fatto che inventare città nei suoi quadri, con “l’architetto” de Chirico ci sarebbe piaciuto costruire città, piazze, quartieri, non siamo ancora una società edilizia per ora de Chirico si è limitato ad un suggerimento di incontro diretto: un bagno misterioso”.
V Triennale di Milano, 1933, Salone delle Cerimonie: pittura murale Cultura italiana del pittore Giorgio De Chirico. Al centro: mosaico Le arti del pittore Gino Severini, © Triennale Milano – Archivi
De Chirico aveva già partecipato alla Triennale di Milano. Nel 1933 Mario Sironi e Gio Ponti erano componenti del Direttorio della V Triennale di Milano. Sironi come “regista” chiamò a sé artisti con varie attitudini stilistiche, i protagonisti furono Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Achille Funi oltre lo stesso Sironi e Gino Severini con il mosaico “Le arti”.
Giorgio de Chirico realizzerà la pittura murale Cultura italiana: nell’apice della rappresentazione è raffigurato un cavallo bianco che sovrasta gli emblemi della cultura italiana: il Colosseo, le Torri di Bologna e la Cupola di Santa Maria del Fiore del Brunelleschi.
Nell’autobiografia, Memorie di una Vita del 1962, riedito nel 2002, l’artista critica di non essere stato abbastanza valorizzato in quel contesto: “In quel tempo eseguii a Milano al Palazzo della Triennale una grande pittura murale, la eseguii in pochissimo tempo e in circostanze anche difficili, con la tecnica tempera ad uovo e quella pittura mi costò solo di uova la somma di centocinquanta lire”.
Nel 1934 de Chirico realizzò dieci litografie sul motivo dei Bagni misteriosi per Mythologie di Jean Cocteau un poema in prosa che aveva come soggetto le divinità greche in cui l’artista sviluppa un mondo di invenzioni indefinite, uomini vestiti eleganti e bagnanti, cabine colorate su palafitte e piscine in cui il moto dell’acqua è dato da un motivo a zig zag in cui lo stesso de Chirico ritrova il ricordo di un parquet di una casa che aveva visitato: “L’idea dei bagni misteriosi mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe si riflettevano nel pavimento. Ebbi l’impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina […]”.
In un bozzetto a Matita su carta “Visita ai bagni misteriosi” del 1934-35, la cabina palafitta visibile sarà presente in tutte le versioni dei Bagni misteriosi e anche nel complesso scultoreo del 1973.
Dal catalogo Contatto arte/città: Milano 1973, Pollenza, La nuova foglio, 1973, © Triennale Milano – Archivi
XV Triennale di Milano, 1973, maquette dei Bagni Misteriosi di Giorgio De Chirico, © Triennale Milano – Archivi
La genesi della Fontana dei Bagni misteriosi pare sia nata da un incontro tra de Chirico e Giulio Macchi a Roma. In un’intervista a Macchi, Antonella Crippa racconta che: “s’incontrarono seduti a un caffè in Piazza di Spagna. Il Maestro tracciò la sagoma della vasca a matita e a pastello blu su un album da disegno e scelse di collocare una cabina, una rotonda, un pesce, una palla e un cigno. Macchi si procurò delle riproduzioni di Mythologie di Jean Cocteau, scrittore e autore di teatro, in cui erano presenti alcune litografie di de Chirico sui Bagni misteriosi, e le ritagliò posizionandole sul foglio alla ricerca della collocazione migliore. Per agevolare la valutazione dell’insieme, fa anche realizzare un modello del complesso, una maquette conservata al Museo Remo Brindisi presso il Lido di Spina (in provincia di Ferrara)”. In base a questo modello de Chirico sceglierà l’aspetto definitivo dell’opera: una “vasca-fontana” come veniva definita nei giornali dell’epoca, di 24 m x 15 m, in pietra di Vicenza, sul cui fondo sono appoggiati sei elementi scultorei - una rotonda, una palla con strisce colorate, un Bagnante bruno e un cigno, un Bagnante biondo e la Cabina tempietto - e all’esterno della vasca un pesce. Le sculture furono scolpite da de Chirico presso la ditta Margraf di Chiampo (VI) di proprietà del Conte Paolo Marzotto. Le strutture della Cabina e della Rotonda furono realizzate in cemento armato, in ragione anche delle loro grosse dimensioni. Tra il 2009 e il 2010, i Bagnanti e il pesce furono trasferiti al Museo del Novecento per prevenire i danni dagli agenti atmosferici, le figure ora presenti sono delle riproduzioni. Inoltre, il Pesce inizialmente collocato fuori dalla vasca che era andato disperso, venne recuperato dalla Fondazione Giorgio ed Isa de Chirico nel 2004 presso una casa d’aste parigina e dato in comodato al Comune di Milano per completare l’insieme scultoreo originario.
Dal catalogo Contatto arte/città: Milano 1973, Pollenza, La nuova foglio, 1973, © Triennale Milano – Archivi
Nel 1973 de Chirico aveva 85 anni, era nato nel 1888 a Volos in Grecia da genitori italiani, e la fontana è una delle sue ultime opere, infatti morirà 5 anni dopo. Quasi tutti gli scritti sulla fontana riportano che I Bagni misteriosi rivelano echi del luogo natale di de Chirico. Nel numero 9/10, 2010 della rivista Metafisica, della Fondazione Giorgio ed Isa de Chirico, Nikolaos Velissiotis, presidente del Centro Ellenico di Cultura di Milano, nel suo articolo dal titolo Giorgio de Chirico e la Fontana dei Bagni misteriosi nel Parco Sempione a Milano, scriveva: “Se de Chirico è un costruttore di enigmi, e se in ogni opera nasconde in un dedalo di possibilità, una strada segreta da individuare per scoprire il suo messaggio sublime, i Bagni misteriosi sono l’enigma più facile e insieme più giocoso”.
Nello saggio su Klinger del 1920 de Chirico scrive di come fosse rimasto impressionato dall’acquaforte Accordi da Brahmsphantasie op. XII e in particolare dalla scala che scende giù nel mare, perché “riandando alle memorie della mia infanzia, ricordo che le scalette delle cabine balneari mi turbavano sempre e mi davano un gran senso di sgomento. Quei pochi gradini di legno coperti di alghe e muffa e immersi a meno d’un metro sott’acqua mi sembrava dovessero scendere per leghe e leghe fino nel cuore delle tenebre oceaniche”.
Erano previsti anche due soli, uno luminoso, in ferro dipinto e l’altro nero, in plastica collegati da un filo, ripresi nei “Calligrammes” dipinti del maestro, provenienti dalle litografie edite nel 1930 per i poemi di Apollinaire e ripresi negli anni settanta in dipinti a olio come la “Piazza d’Italia con sole spento” del 1971.
Furono realizzati ma non furono mai inseriti nel complesso scultoreo. Il sole di ferro adesso è collocato nel giardino della casa del Conte Paolo Marzotto, mentre quello di plastica è andato distrutto durante un incendio ai danni dei magazzini della Margraf, dove era conservato.
I motivi scuri sul fondo della vasca e sui parapetti, a forma di parquet non furono completati in tempo per l’inaugurazione come aveva previsto de Chirico nel modello originale. Pare si lamentasse con il conte Marzotto che veniva restituita un’opera incompleta. La RAI conserva un documentario del giorno dell’inaugurazione, il 19 settembre 1973, filmato da Luciano Arancio.
Dal catalogo Contatto arte/città: Milano 1973, Pollenza, La nuova foglio, 1973, © Triennale Milano – Archivi
Nella vasca era presente un pozzetto per lo scarico dell’acqua piovana che venne chiuso due giorni dopo dall’inaugurazione. Secondo Velissiotis l’idea originale del maestro era di riempire la vasca non più di dieci centimetri d’acqua, perché in un’intervista aveva detto che “il parquet sul fondo era sufficiente per suggerire la presenza dell’acqua”. In realtà l’acqua iniziò a consumare le sculture che erano state realizzate in materiale poroso, e ad intaccare i colori. Rimasero così fino al 1995 quando fu svuotata la vasca per un primo restauro. Fu deciso di coprire il pavimento con uno strato di cemento per renderlo impermeabile, nascondendo però i colori.
Mario Ursino nel saggio Bagni misteriosi in De Chirico la Nuova metafisica, catalogo della mostra di San Marino del 1995, riporta i ricordi di de Chirico sulla sua infanzia: “quando era bambino, la gente non usava balneare sulle spiagge in costume da bagno, ma si recava al mare completamente vestita e passeggiava sulle rotonde o sui pontili. Su tali pontili, ai bordi, qualche volta c’erano delle cabine chiuse ove ogni tanto solo degli uomini entravano, completamente vestiti: poi vi uscivano esattamente come vi erano entrati”.
Nel 1998 alla LAMEC di Vicenza fu realizzata una mostra dal titolo Giorgio de Chirico. I Bagni misteriosi, dove furono esposti i progetti e i disegni a corredo dei dipinti del ciclo di opere.
Sempre nella medesima mostra erano presenti anche alcuni quadri della maturità che nel momento della “Nuova metafisica”, a partire dagli anni Sessanta, riproponeva il tema dei Bagni.
Nel catalogo della mostra tenuta a Cremona nel 2004, “Il grande metafisico. Giorgio de Chirico scultore” si legge “È impossibile studiare la scultura di de Chirico senza conoscerne e seguirne il percorso nella pittura. I soggetti plastici sono gli stessi presenti nelle tele, vi compaiono e ricompaiono anche a distanza di anni attraversando flussi e riflussi di inesauribile fantasia” un colloquio fra immagine bidimensionale e tridimensionale.
La fontana fu inaugurata il 19 settembre 1973 insieme alle altre opere con un concerto svoltosi sul podio di Arman un’interpretazione della “Morte del cigno” di Čajkovskij eseguita nel Teatro continuo di Burri da Liliana Costi l’allora prima ballerina della Scala.
Come restituisce lo stesso Velissiotis, de Chirico aveva deciso di regalare a Milano un angolo delle sue memorie di ragazzo, uno scorcio di quel mare e di quella spiaggia che proprio a Milano mancavano.
Crediti
Triennale Milano – Archivi
Note bibliografiche
Contatto arte/città: Milano 1973, Pollenza, La nuova foglio, 1973
V Triennale di Milano: catalogo ufficiale, Milano, Ceschina, [1933]
Giorgio de Chirico, Mythologie: dix lithographies originales; texte de Jean Cocteau, Paris, 4 chemins, 1934
De Chirico: la nuova metafisica, a cura di Maurizio Calvesi, Mario Ursino; mostra promossa dal Dicastero Cultura, Roma, De Luca, 1995
Giorgio de Chirico: metafisica dei Bagni misteriosi, [a cura di] Maurizio Fagiolo dell'Arco, Milano, Skira, [1998], Catalogo della mostra tenuta a Vicenza 6 giugno-13 settembre 1998.
Giorgio de Chirico, Memorie della mia vita, Tascabili Bompiani, Milano 2002
Nikolaos Velissiotis, Giorgio de Chirico e la fontana dei Bagni Misteriosi nel parco Sempione di Milano, in Metafisica 2010, n. 9/10
Giorgio de Chirico, Max Klinger, «Il Convegno» 10 novembre 1920. Ora in Giorgio de Chirico, Scritti/1 (1911-1945). Romanzi e scritti critici e teorici, a cura di A. Cortellessa, Bompiani, Milano 2008, pp. 321-333.
Il grande metafisico: Giorgio De Chirico scultore, a cura di Franco Ragazzi, Milano, Electa, 2004, Catalogo della Mostra tenuta a Cremona nel 2004.