Alessandro Rimini, Autoritratto, 1925
Un ricordo di Alessandro Rimini in occasione della Giornata della Memoria
27 gennaio 2021
La legge del 20 luglio del 2000 n.211 ha sancito l’istituzione della Giornata della Memoria. L’articolo 1 riporta: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
A vent’anni dal primo 27 gennaio Triennale Milano aveva deciso di dedicare un ricordo istituzionale ad Alessandro Rimini, architetto e pittore italiano che ha subito la discriminazione, la persecuzione, l’arresto, la tortura, la deportazione e la prigionia in quanto ebreo. Una celebrazione in presenza con la consegna di un diploma alla memoria di Rimini verrà officiata dal presidente di Triennale Milano Stefano Boeri non appena i protocolli restrittivi attuati per contenere la pandemia Covid-19 consentiranno la riapertura del Palazzo dell’Arte. In quell’occasione accademici e ospiti passeranno in rassegna le principali opere di Rimini e la figlia Liliana Rimini Lagonigro riceverà l’onorificenza di Triennale Milano.
Non appena i protocolli restrittivi attuati per contenere la pandemia Covid-19 consentiranno la riapertura del Palazzo dell’Arte, il presidente di Triennale Stefano Boeri consegnerà alla figlia di Alessandro Rimini, Liliana Rimini Lagonigro, un diploma alla memoria del padre. Nel corso della celebrazione di tale evento accademici e ospiti passeranno in rassegna le principali opere di Rimini.
Vedute dell’interno del bar pasticceria “Le tre gazzelle” in corso Vittorio Emanuele a Milano, 1950, progetto dell’architetto Alessandro Rimini
Nell’attesa ci sono tante ragioni per ricordare Alessandro Rimini. I canali social di Triennale Milano ne presenteranno le principali. Tuttavia qui vogliamo soffermarci su alcuni aspetti del lavoro di Rimini che passarono in secondo piano a causa delle vergognose leggi razziali del 1938, provvedimenti che in campo professionale lo privarono dell’ufficiale paternità dei suoi progetti. Per restituire dignità umana e credito scientifico a questo sopruso e soprattutto per non vanificare gli sforzi di una vita, la figlia Liliana Rimini si è impegnata nel tempo per ricostruire ogni genesi di progetto e riposizionare al rango di assistente o cofirmatario colleghi che erano ingiustamente diventati titolari di opere di Rimini. In questo senso le ricerche pubblicate da docenti e studiosi. Tra i primi Carlo Perogalli, storico e accademico del Politecnico di Milano e dell’Università di Genova, poi Giovanna D’Amia e Fulvio Irace del Politecnico di Milano, Ludovica Vacirca, Andrea Disertori, Ornella Selvafolta, Lucia Tenconi e Maria Teresa Feraboli (Silvana Editoriale, 2002; Maggioli Editore, 2011) sono un punto di riferimento per coloro che vorranno continuare a cimentarsi con lo studio, l’approfondimento critico e la divulgazione dell’opera di Rimini.
Nello stesso solco, nel 2018, Triennale Milano inaugurò la mostra L’Auditorium di Milano. Musica e architettura 1938-2018. La sede dell’orchestra Verdi nacque dalla riconversione del Cinema Massimo progettato da Alessandro Rimini. La sala inaugurò tra il 1938 e il 1939 e chiuse nel 1979. Dopo un ventennio fu decisa la ristrutturazione seguita dall’architetto Giancarlo Marzorati.
La mostra, a cura di Pasquale Guadagnolo (Silvana Editoriale, 2019) fu un’occasione per ospitare i disegni e le fotografie del progetto originario che sottolineavano le intuizioni di Rimini poi mantenute per la sala dell’Auditorium. Così Ludovica Vacirca descrive le principali caratteristiche del progetto, “la grande sala compresa tra il gioco di curve della balconata a sbalzo, il soffitto inarcato verso il palcoscenico che ne migliorava l’acustica e il sistema di illuminazione disposto a ferro di cavallo. L’edificio era inoltre caratterizzato da una struttura di aste reticolari, leggerissima per essere stata realizzata nel 1939, tanto che, durante i lavori di restauro che nel 1999 hanno trasformato la sala nell’Auditorium di Milano, si è scelto di mettere a nudo la rete di travature cementizie a sostegno della copertura (originariamente mascherata dal controsoffitto), proprio per esaltarne la modernità di concezione e l’ottimo stato di conservazione”.
Veduta dell’edificio per la direzione e amministrazione dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, progetto dell’architetto Alessandro Rimini, 1924
Cinema Metro Astra in corso Vittorio Emanuele, sala di proiezione, 1941, progetto dell’architetto Alessandro Rimini
Alessandro Rimini è noto per alcune opere come la casa torre Snia Viscosa, primo grattacielo milanese, per alcuni degli edifici che si affacciano in piazza San Babila, per i cinema Metro Astra, Impero, Colosseo e Massimo – questi ultimi due ancora attivi, come sala cinematografica il primo e come auditorium il secondo. Lavorò per la Sovrintendenza di Trieste e Venezia Giulia, disegnò e diresse i lavori dell’ospedale Cardarelli a Napoli, seguì diversi restauri del patrimonio archeologico in Istria, Aquileia e Grado. Compiti gravosi e impegni rilevanti che Alessandro Rimini svolse in giovanissima età, prima di diventare uno dei protagonisti delle vicende nazionali. Anzi in quegli anni si allenò alla responsabilità civile dell’architettura, al rispetto della storia e alla volontà di darle voce attraverso la progettazione di monumenti come accadde per progetti non realizzati a Monza, Ancona e Monfalcone. Rimasero solo idee di concorso con disegni evocativi, di inequivocabile qualità artistica, oltre ad essere dettagliate tavole di rappresentazione. Una palestra umana e professionale che lo preparò al mondo del professionismo milanese dove Alessandro Rimini incontrò e collaborò con Ponti, Fornaroli, Soncini, Reggiori e De Min.
Cinema Metro Astra in corso Vittorio Emanuele, galleria dei passi perduti, 1941, progetto dell’architetto Alessandro Rimini