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Maurizio Buscarino, una tra le firme più prestigiose della fotografia in Italia, presenta il suo ultimo libro In Kantor (Firenze, La Casa Usher, 2018) in un incontro con Laura Caretti, professore ordinario di Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Università di Siena e attualmente docente di Antropologia della Performance, Marzia Loriga, storica attrice del Teatr Cricot 2 di Tadeusz Kantor, Francesco Zanot, critico, curatore e docente di fotografia presso importanti istituzioni di formazione nazionali e internazionali e Ludmila Ryba. Interviene in video di Moni Ovadia, celebre attore, drammaturgo e scrittore tra i più apprezzati in Italia.
“Con il gesto della mano spingeva tutto ai bordi come a formare un recinto di illusione, ma dentro, al centro, faceva irrompere, dal buio in luce, quel pugno di dolenti commedianti, in una vera e propria esibizione, come nel ballo crudele dell'orso nelle vecchie piazze, il lato vergognoso del teatro […] Molto raramente mi sono sentito così preso da perdere quel controllo che devo mantenere di fronte a chi fotografo […] Lui stesso annunciava il rischio quotidiano dell’entrata in scena e l’angoscia che prende quando davvero ci rendiamo conto di essere vivi: vivi, nella luce del patetico e incantevole percorso tra il nero da cui sbuchiamo e il nero verso cui andiamo”.
Così Maurizio Buscarino descrive il suo primo incontro nel 1978 in un rapporto destinato a durare fino alla fine, con il protagonista di questo volume. Tadeusz Kantor, pittore, scenografo, creatore di opere plastiche, genio teatrale incomparabile che, racconta Buscarino, “stava a guardia contro l’illusione e la finzione, il magma dei valori, fronteggiando i segni e i simboli epici e tragici del secolo, quel Novecento che aveva attraversato e da cui era circondato”.