Wade, Optillusion
Speciale online
Game Collection Vol. 2
In occasione della 23ª Esposizione Internazionale presentiamo il secondo volume della Triennale Game Collection, per interpretare le sfaccettature degli Unknown Unknowns.
Pietro Righi Riva, fondatore dello studio di game production Santa Ragione, ha scelto i game designer indipendenti Yijia Chen & Dong Zhou di Optillusion, Fern Goldfarb-Ramallo, Nina Freeman di Star Maid Games, Akwasi Afrane Bediako e Llaura McGee di Dreamfeel. Gli autori presentano in anteprima, con una varietà di approcci e temi che rispecchia la diversità culturale di ognuno, cinque giochi, il cui filo conduttore è la riflessione sui misteri dello spazio esterno come chiave di lettura del proprio spazio interiore.
WADE
Optillusion (Cina/USA)
Una passeggiata lungo le rive di un ampio fiume che sfocia nel mondo sotterraneo. I giocatori sono immersi nell'acqua fino alle ginocchia e ascoltano i canti che provengono dagli abissi. Man mano che si avventurano in profondità, lo scenario inizia a cambiare e ci si imbatte in stranezze o curiosità: alcune passano semplicemente, altre invece sono ostacoli da superare. Alla fine del viaggio, qualcosa di strano li attende. Il gioco simboleggia e visualizza le fasi del lutto e i sentimenti di inquietudine che noi esseri umani proviamo quando affrontiamo l'ignoto.
We Are Poems
Fern Goldfarb-Ramallo (Argentina)
Le regioni queer dello spazio profondo somigliano alla superficie di una bolla di sapone. Gli elementi si muovono e si modificano in modi inaspettati, si comportano sempre male e non gli importa delle nostre aspettative, impegnati come sono a sbocciare nella versione più elevata di sé. In un fluttuare di particelle sospese, il giocatore nuota in un'esplosione generosa e gioiosa di colori e luci distorte che si oppongono alla cupezza e abbracciano il vuoto come luogo da (ri)costruire.
Nonno’s Legend
Nina Freeman (Star Maid Games) (USA)
Un gioco che consiste nell'immaginare luoghi mai visti prima. Da bambina, quando Nina andava a trovare i nonni giocava spesso con il loro mappamondo e si divertiva a esplorare la superficie terrestre con la punta delle dita. Il nonno – Nina lo chiama affettuosamente così per via delle sue origini italiane – le mostrava le proprietà magiche di quel mappamondo, che era capace di ridisegnare il pianeta! Muovendo terre di qua e di là, i giocatori scoprono oceani e formano nuovi continenti, creando la mappa di un nuovo mondo immaginario nato dal magico mappamondo del nonno.
MINE
Akwasi Bediako Afrane (Ghana)
MINE è un gioco di esplorazione in prima persona in cui il pubblico entra in una "miniera aperta" e osserva la correlazione ancora poco nota tra risorse minerarie e spazi virtuali. All'interno, la miniera viene esplorata attraverso rendering digitali di minerali e di alcuni dei loro prodotti finali: i componenti elettronici. MINE gioca sulla dis-connessione tra mondo fisico e digitale, sul modo in cui trascuriamo il legame intrinseco esistente tra le materie prime e gli spazi virtuali che abitiamo, e ipotizza che materiali futuri e sconosciuti renderanno possibili nuove realtà.
Contact
Llaura McGee (Dreamfeel, Irlanda)
Contact è un gioco sulla ricerca di un’intelligenza extraterrestre. In particolare l’autrice si è ispirata a sé stessa, cresciuta in un piccolo villaggio sperduto credendo che non ci fosse nessuno con una sensibilità uguale alla sua. I giocatori interagiscono con una complessa interfaccia con l’obiettivo di decodificare e comprendere i segnali visivi sullo schermo, questi poi rivelano un testo parlato in cui si narra un ricordo d'infanzia dell'autrice. Il ricordo, sebbene sia un segnale tipicamente ambiguo, è l’inizio di un percorso di auto-riconoscimento di una giovane donna queer.
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Crediti
curatela e design: Pietro Righi Riva
prodotto da: Triennale Milano e Santa Ragione
design e implementazione menu: Stefano Sanitate e Alberto Putignano
QA & trailers: Riccardo Reina
Highlights
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