A Marble Space Odyssey - ©Aoumm
A Marble Space Odyssey
4 marzo 2022
La missione era ormai giunta a compimento. Un gran successo, come sempre. Avrebbero dovuto caricare gli ultimi imponenti blocchi di diorite sui cargo Frontier, compilare un po’ di scartoffie, impostare la rotta e prepararsi per un lungo e meritato sonno di quindici mesi. Il capitano non vedeva l’ora di tornare a casa. Questa volta la missione, così lontana e così lunga (quindici mesi di avvicinamento, sedici mesi di permanenza più altri quindici di ritorno) aveva fatto sentire il suo peso, psicologico, certo, ma anche fisico. Anche l’età iniziava a chiedere il suo tributo in termini di resistenza alla fatica. Ricordava ancora le prime missioni di esplorazione e raccolta campioni; allora era solo un giovane allievo ufficiale pieno di energie e motivazioni; vide nell’offerta di lavoro della Starcop una ragione di vita. Si sentiva un vero pioniere, come se improvvisamente fosse diventato il protagonista di una delle sue amate storie del vecchio West, solo che lui, l’intrepido esploratore, aveva spostato decisamente i confini fuori da un pianeta che al tempo gli stava troppo stretto, ma che oggi gli mancava già, pochi minuti dopo ogni lancio. Ormai la vena eroica era un ricordo sbiadito. Lo spazio in entrata e in uscita dalla Terra pullulava di cargo di tutti i tipi, ordinatamente in fila lungo le numerose rotte commerciali verso i confini più remoti. Il brivido del salto verso l’ignoto aveva preso, anno dopo anno, le sembianze di una coda in autostrada all’ora di punta, proprio quello da cui, decenni prima, voleva fuggire. Non gli importava nemmeno più di tutti i soldi che aveva accumulato cavando rocce dal cosmo, oggetti dall’esotismo impareggiabile in grado di scatenare vere e proprie battaglie nelle più rinomate case d’aste. Tutte le sue fatiche e i suoi sforzi alla fine si erano ridotti a decorazione dei pavimenti delle ville di celebrità e magnati. Non ne vedeva più il senso. ‘Basta. Questa è davvero l’ultima volta’. Si adagiò nella vasca criogenica, si mise il casco e digitò la procedura di partenza. Il coperchio si chiuse con uno sbuffo di fumo.
Next stop: unknown - ©Aoumm
Uncut gems - ©Aoumm
A Marble Space Odyssey è un progetto di ricerca condotto dallo studio AOUMM, mescolando linguaggi propri all’arte, alla grafica e al texture design, che nasce come elemento di sintesi della stratificazione di quesiti e interrogativi su diversi temi del contemporaneo, caratterizzato da livelli di lettura sempre più articolati: il crescente dibattito su fake news, deepfake e sulla manipolabilità delle informazioni; la recente possibilità di riprodurre nell’aspetto materiali presenti in natura, come marmi e legni, invadendo il mercato con dei replicanti quasi indistinguibili dagli originali; il rinnovato interesse nell’esplorazione del cosmo che coinvolge realtà private a fianco di agenzie spaziali, anche (e soprattutto) in una prospettiva di sfruttamento delle sue risorse.
Cosmic job - ©Aoumm
Cosmic job - ©Aoumm
“La verità è il frutto del tono e della convinzione con cui la affermiamo”
Toni Servillo, interpretando Silvio Berlusconi nel film Loro, di Paolo Sorrentino (2018)
Space Slices - ©Aoumm
Il mondo dell’arte è spesso stato anticipatore di grandi interrogativi, abile nel tastare il polso della società e di manifestarne i malanni, di sollevare dubbi e preoccupazioni, offrendo manufatti che, nel loro essere a volte criptici a volte palesi, mettessero a nudo le domande più spinose, senza la necessità di giudicare le risposte. La controversa mostra di Damien Hirst Treasures from the Wreck of the Unbelievable, ha mostrato con una punta di perfidia quanto un’informazione palesemente falsa possa risultare perlomeno verosimile.
Vi è poi il ruolo della tecnologia che, nel complesso rapporto vero/falso, è stato di importanza fondamentale. Il fake, l’imitazione, l’inganno, sono prodotti con crescente verosimiglianza, fino quasi a rendere vano il tentativo di svelarli. Questo è avvenuto anche nell’industria del design delle superfici dove, a oggi, esistono repliche sintetiche di materiali naturali il cui aspetto, a volte perfino tattile, ingannerebbe anche l’occhio più esperto, rendendo difficile individuare, in fotografia ma anche in persona, quale sia il vero e quale il falso.
Il terzo fondamentale tassello della ricerca è la nuova spinta che associazioni nazionali, sovranazionali e player privati stanno conferendo all’esplorazione spaziale. Oggi appare tutto attivato dalle più nobili forme di filantropia e massima espressione della natura esploratrice del genere umano. Accadrà però in futuro che i viaggi cosmici possano essere motivati dal profitto? Quanto è concreta, oggi, l’intenzione di sfruttare le risorse del cosmo? E se davvero questo scenario è plausibile, assisteremo al perpetrarsi di modelli predatori simili a quelli che già operiamo sulla Terra?
Ready for the market - ©Aoumm
“Siamo un po’ come i costruttori di cattedrali del medioevo. Iniziamo opere a cui lavoreranno generazioni di fisici dopo di noi”
F. Gianotti, direttrice generale del CERN di Ginevra, intervistata da L. Fraioli, “La Repubblica”, 30 Luglio 2019
S-Ottaviani.jpeg - Campioni fisici realizzati in collaborazione con ABET Laminati - Foto: Simone Ottaviani
Fino a quanto può spingersi una narrativa totalmente fasulla pur continuando a risultare vera o verosimile? Se è possibile imitare un elemento fino a renderlo indistinguibile dall’originale, è allora possibile copiare qualcosa il cui originale è oggi ignoto? Entro quando e come sfrutteremo le risorse dello spazio?
Il sovrapporsi di queste tre domande ha condotto all’idea di produrre marmi spaziali provenienti da galassie ignote. Non si tratta certamente di trovare risposte, quanto di dare forma a una sintesi di dubbi. Sono falsi, ma verosimili, variopinti, con cromie inedite e una narrativa in-credibile sulla loro bizzarra provenienza. Se una lastra di gres risulta così convincente da sembrare realmente marmo di Carrara, perché non sfruttare questa ambiguità per svincolarsi dalla semplice mimesi di cose già note?
Il racconto di questi interrogativi, di questi dubbi, prende infine forma in un set di arredi fuori dall’ordinario, realizzati con i marmi provenienti dal cosmo. Gli oggetti di design sono manufatti simbolo dell’industria e del trasmutare la materia; spesso incarnano i contenuti culturali di un’epoca. Questi arredi immaginari, nel loro aspetto leggero e naïf, nel loro dichiarato decorativismo, custodiscono un racconto per strati, fatto di tanti capitoli e livelli di lettura che si disvelano con profondità e modi diversi in base alle inclinazioni e alla ricettività di chi li osserva.
Crediti
Questo articolo è scritto da AOUMM: uno studio di design che opera a livello nazionale e internazionale nei settori dell'architettura, del paesaggio, dell'urbanistica, degli interni e dell'exhibition design, sviluppando progetti in cui competenze diverse innescano sinergie inaspettate. AOUMM ha sede a Milano ed è guidata da Luca Astorri, Riccardo Maria Balzarotti, Rossella Locatelli e Matteo Umberto Poli.