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Triennale Milano
Igor & Moreno, Beat, foto di Alicia Clarke

Lo sguardo sul mondo

18 febbraio 2020
Umberto Angelini, Direttore Artistico di Triennale Milano Teatro, racconta la programmazione innovativa e multisciplinare del Teatro.
Che cos'è Triennale Milano Teatro? Triennale Milano Teatro è lo spazio di Triennale Milano dedicato a performance, teatro, danza e musica. Triennale Milano Teatro declina nel campo delle arti dal vivo la specificità della Milano di oggi: Internazionale. Attrattiva. Inclusiva. Plurale. Un teatro che colma un vuoto progettuale all’interno della ricca e diversificata scena teatrale milanese, che dialoga con molte delle realtà cittadine della cultura e in particolare con quelle dell’arte, del design, dell’architettura, dei nuovi media. Un teatro fortemente milanese, fortemente nazionale, fortemente internazionale aperto alla pluralità delle discipline, alla diversità e all’inclusione sociale. Un teatro attento ai pubblici, con una programmazione sempre più accessibile. Una programmazione in sinergia con la linea progettuale di Triennale Milano di cui è l’anima “live” recuperando una storia lontana di ricerca, sperimentazione e innovazione. La programmazione si snoda lungo due binari: la stagione teatrale (ottobre/febbraio) e il festival FOG Triennale Milano Performing Arts (marzo/giugno), diffuso negli spazi di Triennale e in città.
Umberto Angelini, foto di Gianluca Di Ioia
Fra pochi giorni parte la terza edizione di FOG. Raccontaci di questo festival. Da dove viene la scelta del nome? FOG nasce dalla volontà di realizzare un importante festival pluridisciplinare sul modello delle migliori esperienze internazionali. Il nome FOG (nebbia in lingua inglese) è un omaggio ironico, romantico all’immaginario milanese, ma è soprattutto un invito alla scoperta, al rischio e alla sorpresa, l’evocazione di un paesaggio dove i sensi si amplificano e la visione si fa poetica, incerta e immaginifica, i confini disciplinari mutano e la dimensione temporale apparentemente sospesa lascia spazio all’ascolto e alla riflessione. Un festival, dunque, in ascolto della città e del mondo. FOG promuove la pluralità dei linguaggi e dei formati, di una visione aperta che indaga la molteplicità di prospettive e punti di vista. FOG marca una positiva discontinuità rispetto alla stagione teatrale producendo e presentando importanti artisti della scena artistica mondiale e sostenendo il percorso creativo di giovani talenti. Nel progettare la terza edizione, ho inteso affrontare alcune tematiche quali una riflessione sui meccanismi e sulle pratiche della democrazia di oggi legate (ma non solo) all’appartenenza di genere, a un nuovo modo di intendere l’identità in rapporto con il proprio corpo e i propri desideri; la realtà virtuale e il rapporto tra uomo e tecnologia; la migrazione, nella sua doppia accezione di fenomeno biologico e sociale; il rapporto con gli altri linguaggi artistici; il tema del potere e la democrazia dello spazio pubblico.

Roberta Mosca e Canedicoda, Musica per un giorno, foto di Luca Ghedini
N-Trance, Miami Safari ft. House of Oscar, COME AS YOU ARE, foto di Mara Oscar Cassiani
Lara Thoms, Samara Hersch, We All Know What’s Happening, foto di Bryony Jackson
Julian Hetzel/CAMPO, All Inclusive, foto di Julian Hetzel
Dal 2018 ricopri la carica di Direttore Artistico del Teatro di Triennale. Quali sono state le tue scelte e quali sono i tuoi obiettivi? Come direttore artistico del Teatro mi interessa sviluppare una riflessione critica e nuovi punti di vista sulla società contemporanea, affrontando temi legati all’attualità, alle trasformazioni socio-politiche del mondo odierno, alle aspettative nei confronti del futuro e delle nuove generazioni, alla sostenibilità ambientale e all’inclusione sociale rendendo Triennale Milano Teatro importante portavoce di istanze culturali, storiche e sociali. Non dunque un puro luogo di spettacoli ma un luogo di discussione, un osservatorio privilegiato sul cambiamento. Ritengo che Triennale Milano sia un luogo unico in Italia, per la compresenza di spazi espositivi e di uno spazio teatrale, pensati fin dalla fondazione come una unica identità. Reinventarci nel presente guardando al nostro passato: questa è la nostra sfida, questo il nostro desiderio.
Ontroerend Goed, Are we not drawn onward to new erA, foto di Mirjam Devriendt