Carlo Aymonino, La Sapienza, s.d, fotocopia colorata, A., L., S., A. Aymonino, foto Roberto Chiovitti
L’architetto Carlo Aymonino raccontato in un documentario di Odino Artioli
4 giugno 2021
La mostra che Triennale Milano ha deciso di dedicare a Carlo Aymonino nasce dalla necessità di comunicare il ruolo importantissimo che l'architetto ha ricoperto nella seconda metà del Novecento. Oltre all'impegno politico, alla sua passione per il disegno e la pittura e alla sua vita familiare, tutti elementi indissolubili dalla sua professione di architetto, Aymonino vedeva nelle zone periferiche e trascurate delle città italiane un potenziale che nessun altro progettista riusciva a vedere.
Sono l’unico traditore del gruppo romano di architetti perchè ero molto in contatto con quelli di Milano, fino al punto di fare parte di Casabella. Ero visto come la spia, la rana. Perchè a Roma c'era una diversa interpretazione dell’architettura.
Carlo Aymonino
Nello shortdoc Aymonino ripercorre alcune tappe della sua vita: gli inizi come artista e la successiva iscrizione alla facoltà di architettura su consiglio del padre; le prime esperienze a Milano lavorando per il periodico di architettura "Casabella" fondato dall'architetto Ernesto Nathan Rogers; i monumenti storici romani che hanno segnato la sua carriera e le sue teorie architettoniche.
Quello che mi ricordo con passione, anche perchè è stata una cosa riuscita, è la Casa-Parcheggio dentro una delle strade più strette e storiche di Pesaro, realizzata per conto dell’Istituto Case Popolari che avevano un edificio anonimo e brutto. L’hanno ricostruito attraverso questo mio progetto, che era abbastanza divertente: rivolto verso la "strada stretta" c’erano le scale e i ballatoi e verso sud la zona giorno. [...] Scrissero fuori dalle mura dell'edificio “Boia Aymonino” e un giorno ci portai mia figlia che mi disse “ma papà, ce l’hanno con te!" e io ridendo dissi "eh questi qui sì: qualcuno ce l’hai contro “ e lei era sconvolta avendo solo 7 anni.