Triennale Milano
Courtesy Turtle Jr.

Come arrivare preparati a Hyperlocal Club Buahbatu

20 giugno 2024
L’incontro tra Indonesia e musica popolare non è stato facile. Per decenni, a partire dagli anni Sessanta, generi come il rock’n’roll sono stati criminalizzati e considerati pericolosi per l’identità nazionale. Sono state proibite trasmissioni radiofoniche, bruciati dischi di Elvis Presley, arrestate band per aver suonato cover dei Beatles. D’altro canto, in breve tempo il rock occidentale stava diventando un simbolo di resistenza culturale e uno strumento di opposizione giovanile, fiorendo nella scena locale indonesiana durante gli anni Settanta. Proprio in quei decenni, a seguito del colpo di stato che diede avvio al regime di Suharto, lo stile di vita e la cultura della classe media americana cominciavano a entrare nei media d’intrattenimento locali.
Nascevano riviste di musica alternativa (come “Aktuil”, "Topchords" o "Hai") e progressivamente iniziavano a comporsi reti oblique e para-legali di musica underground, nonostante l’impianto egemonico con cui il rock e il suo modello di gioventù avevano fatto il loro ingresso in Indonesia, quasi a offrire uno sfogo di tipo consumistico allo scontento e all’insoddisfazione giovanile. In risposta agli anni Novanta, imbevuti dai media mainstream da pop innocuo e sentimentale, cominciarono a circolare zine e cassette di musica che suonavano come un calcio allo stomaco e uno stiletto nei timpani: punk, metal e hardcore. Generi che non soltanto si svilupparono a Bandung e nell’arcipelago come scena musicale, ma anche come mezzo di opposizione politica e strumento di lotta. Ascoltare quei generi, partecipare a quelle scene musicali, significava rifiutare il potere costituito e, per contro, affermarsi attraverso uno stile di vita indipendente. Autoproduzione, libertà di espressione e indipendenza, al di fuori dei circuiti più canonici e istituzionali, troppo schiacciati dal controllo nazionale.
L’accidentale emersione di questa scena underground capace di estetizzare la trasgressione politica e la controcultura la si poteva ascoltare nei Sepultura, nei Rage Against the Machine e nei Minor Threat lanciati al limite dell'impianto nei circoli studenteschi, gli stessi che si sarebbero poi organizzati per le sommosse contro il regime di Suharto alla fine degli anni Novanta. A seguito della caduta di Suharto nel 1998, dissoltasi la diffidenza culturale e oppressiva che colpiva le musiche suonate dall’opposizione, si prospettava l’alba di una nuova Indonesia. Ma con una lenta ripresa dell’arcipelago. La crisi monetaria del 1997-98 aveva disilluso la prospettiva di un’era di prosperità, invitando piuttosto l’estrazionismo tardo-capitalista, le guerre civili e i separatismi, la corruzione estrema e l’oligarchia. Rimase però l’infrastruttura culturale, carsica, appresa nei decenni addietro, con la promessa viva d’imporre un’idea di cultura e di autodeterminazione avversa a uno stato totalitario. Una resistenza culturale c’è stata, e ha funzionato.
In questa storia, la città di Bandung, capoluogo di Giava occidentale, è immensamente importante. Per la contemporaneità occidentale, fu sede della prima concretizzazione del movimento postcoloniale con la Conferenza di Bandung. Per l’arcipelago, fu il luogo di nascita della prima scena metal, del movimento rock psichedelico e di numerose stazioni radio indipendenti che hanno dato forma alla musica alternativa dagli anni Settanta in poi. Con band che hanno ispirato altre regioni della nazione, Bandung ha mantenuto la sua ricchezza di scene musicali e collaborazioni fino a oggi, continuando a muoversi ai confini tra underground e mainstream.
In questa città dove quartieri, villaggi e locali specifici hanno dato forma a molti dei movimenti musicali di Giava Occidentale, Buahbatu rappresenta un incrocio singolare di sottoculture rappresentative dell’eterogeneità e vivacità delle produzioni sociali e musicali della metropoli. È la sede dell'ISBI, Istituto delle Arti di Bandung, dove si sono formati ed esibiti per decenni progetti come SambaSunda, collettivo fusion ormai di casa al Womad di Peter Gabriel tramite il quale ha collaborato con progetti quali Camel, o Saraswati – regina del goth rock Sundanese e, che ci si creda o no, famosa medium dell’arcipelago e su cui c'è un biopic in lavorazione – e Humiliation, band technical death in cui milita l’etnomusicologo Hinhin Daryana.
Seguendo la filosofia di Hyperlocal, per cui sono proprio le comunità localizzate a dare vita alle scene che iniettano benzina nelle vene sotterranee della città, in locali dismessi con ecologie soniche a bpm elevato o a distorsioni con volumi sopra i cento decibel, questo primo Club del 2024 intende celebrare una scena indonesiana stranamente ancora poco documentata e la pletora di movimenti che vi si generano intorno. Se come per tutti i miti dell’underground ciò che succede avviene un po’ per forza di volontà dei musicisti e un po’ per circostanza, Hyperlocal Club, in collaborazione con Triennale Milano, a cura di Artetetra e con il supporto di Chase e LYL Radio, porta a Milano alcuni progetti essenziali per comprendere la scena di Buahbatu, unendo luogo e diaspora. Un’occasione per scoprire come la musica possa essere arma di opposizione.
Ensemble Tikoro
Ensemble Tikoro (installazione - Hell Chamber / Artetetra)
Coro di vocalist metal appartenenti ad alcuni gruppi fondativi della scena metal di Bandung come Beside, Sethos e Warkvlt e condotti dal compositore Robi Rusdiana, Ensemble Tikoro gioca con i tropi e i suoni del genere attraverso tecniche vocali estese e composizioni su spartito. Quest’anno pubblicherà il primo lavoro su cassetta per Artetetra Records, presentandolo con un’installazione per l’ascolto in anteprima. Insieme alla coreografa Lucy Guerin ha realizzato la performance Metal per l’Arts Centre Melbourne durante il programma di TOPA Asia 2020.
Artetetra
Ariel William Orah (Live - Soy Division)
Ariel William Orah è un artista di Bandung con sede a Berlino che esplora temi legati all'identità, alla memoria e alla scarsità. Si interroga sulla durata dell'homo sapiens e sulla fragilità delle macchine lavorando con diversi media che vanno dalle performance sonore e multisensoriali alle installazioni fisiche e interattive e alle immagini in movimento e/o fisse. Ha co-fondato il collettivo L-KW e l'iniziativa gastronomica SOYDIVISION.
Ariel William Orah
Tarawangsawelas & Heith feat. Babau (Live - Morphine / Pan)
Teguh Permana e Heith, rispettivamente Morphine e Pan, eseguiranno per la prima volta un album composto nell’arco di cinque anni e nato a Bandung. Il musicista Teguh Permana, Tarawangsawelas, pratica una versione sperimentale del Tarawangsa, un genere unico composto da un'arpa orizzontale e da un violino verticale, parte dei rituali agrari delle montagne sundanesi. Uniti agli indonesiani d’adozione Babau, il quartetto esegue composizioni all’incrocio tra avanguardia digitale e timbriche acustiche degli strumenti della tradizione sundanese e manipolazioni di field recordings raccolti nel 2018.
Turtle Jr. (Live - Disaster Records)
Il leggendario gruppo punk di Bandung che ha ispirato la scena punk di tutto l'arcipelago disseminando testi corrosivi e adrenalina antistatalista dalla fine degli anni Ottanta. Menzionato nel libro Making Scenes dell’etnomusicologa Emma Baulch come una delle figure fondamentali dell’underground di Bandung, quest'anno suonerà all'Hellfest in Francia, raggiungendo l’Italia e Paesi limitrofi.
Turtle Jr.
Myria Idha (DJ Set - LYL Radio Marseille)
Myria Idha è una DJ e artista della scena marsigliese, residente a LYL Radio, membra di Lonely Live Lovers Club e fondatrice di Atelier Symbiose. Dal 202 collabora con artistx indonesianx nel suo show "Warung", in cui celebra il proprio background multiculturale e la possibilità di istituire un ponte ideale tra Indonesia ed Europa. Costruendo il proprio universo attraverso il prisma delle emozioni, esplora una gamma che va dai ritmi bassi ai campi d'amore sognanti, incorporando halftime e dubstep. 
Myria Idha
Crediti
Luigi Monteanni è un ricercatore di dottorato che studia l'indigenizzazione del metal estremo a Bandung, in Indonesia, e il co-fondatore di Artetetra/Babau: un'etichetta musicale e un duo di musica dal vivo che si occupa di indagini sulle nozioni di folklore digitale ed esotismo nella tarda globalizzazione.
Piergiorgio Caserini è l'editor di Zero.