Triennale Milano

FOG Performing Arts 2026

Informazioni

Un festival che attraverso le performing arts racconta il nostro presente, riunendo gli sguardi di artisti e compagnie provenienti da tutto il mondo. Questo è FOG, che dal 2018 porta a Milano – in Triennale e in altri spazi della città – le proposte più rilevanti del teatro, della danza, della performance e della musica.

Nel 2026 per la prima volta FOG raddoppia, articolandosi in due momenti dell’anno: dopo la prima parte dal 27 febbraio al 26 aprile, il festival prosegue in autunno con una programmazione che copre i mesi di ottobre e novembre.
Oltre a invitare i grandi protagonisti della scena performativa contemporanea, il festival permette di scoprire il lavoro di nuovi artisti che hanno conquistato il pubblico di importanti teatri e festival internazionali e che spesso arrivano per la prima volta in Italia grazie a FOG. Artisti e compagnie che con le loro produzioni affrontano temi necessari e urgenti in modo radicale, poetico e sorprendente.
Historia del amor © Leafhopper
RISE © Compagnia Daniele Ninarello
Tra gli spettacoli in programma troviamo le potenti narrazioni della compagnia catalana Agrupación Señor Serrano che combinano live streaming video, performance e teatro fisico; le esperienze partecipative del collettivo belga Ontroerend Goed in cui lo spettatore, invitato ad aprire una scatola misteriosa, diventa motore dell’azione; il dirompente mix di realtà e finzione che caratterizza la ricerca del drammaturgo e regista messicano Anacarsis Ramos. O ancora il viaggio tra musica dal vivo, danza e testimonianza del coreografo e danzatore libanese Ali Chahrour, e la ricerca radicale della compagnia norvegese De Utvalgte, che intreccia media digitali, assurdo e critica sociale.
Op.22 No.2 © Andrea Macchia
The Blue Hour © Pierre Gondard
Il nome "FOG" (nebbia) è un omaggio ironico e romantico all’immaginario milanese, ma è soprattutto segno di scoperta, rischio e sorpresa. Con la sua nona edizione, FOG torna a delineare un paesaggio dove i sensi si amplificano, la visione si fa poetica e incerta, uno spazio in cui perdersi e ritrovarsi, spettacolo dopo spettacolo.
Frankenstein (History of Hate) © Cosimo Trimboli
FUCK ME BLIND © Bruno Simao