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Triennale Milano

muscon 2022: tendenze e ricerche progettuali

15 ottobre 2022
Si è appena concluso in Triennale Milano l’incontro annuale tra i membri della rete muscon – Museum Network Conferences, con oltre novanta partecipanti in rappresentanza di alcune tra le più importanti istituzioni culturali al mondo. Un’occasione per intercettare le tendenze del prossimo futuro.
Le ultime frontiere dell’arte digitale e del sound design, le riletture contemporanee di abiti e tessuti tradizionali come il sari o il tartan, la valorizzazione di figure molto note in patria ma non altrettanto celebrate all’estero come l’australiano Marc Newson o il serbo (ma scozzese d’adozione) Bernat Klein o ancora la ricerca di una nuova centralità per le aree rurali europee con il contributo di artisti e progettisti. Sono soltanto alcuni dei temi che sono stati toccati in questi giorni dai direttori e curatori dei principali musei di arte, design e architettura internazionali coinvolti nell’incontro annuale della rete muscon – Museum Network Conferences ospitato da Triennale Milano, e nel prossimo futuro saranno al centro di grandi mostre in giro per il mondo.
Nato nel 1996 per iniziativa del Vitra Design Museum di Weil am Rhein e al ritorno in presenza dopo due edizioni virtuali, il ciclo di conferenze è molto più di un “borsino delle mostre itineranti” o di un’occasione di networking professionale utile per imbastire collaborazioni tra istituzioni: rappresenta, infatti, un osservatorio privilegiato sulle tendenze culturali che permette di farsi un’idea delle direzioni in cui si sta muovendo la ricerca artistica e progettuale nei diversi paesi.
I membri della rete muscon nel Giardino Giancarlo De Carlo
Volendo tentare una sintesi, vediamo per esempio che l’emergenza ambientale è ancora ben presente nelle menti dei curatori, che si tratti di interrogarsi sulla transizione da un sistema economico basato sui combustibili a una nuova bio-economia – lo vediamo nella mostra At the coalface. Design in a post-carbon age in corso al CID Grand-Hornu, in Belgio, che indaga i nuovi usi del carbone e il futuro delle miniere – o di ricercare, e presentare al pubblico, una serie di alternative bio-based ai materiali plastici (come fa da tempo, per esempio, il LUMA di Arles, impegnato anche nella valorizzazione in chiave ecologica di materie prime locali sottoutilizzate come le alghe della Camargue).
Anche dal punto di vista degli allestimenti, analogico e digitale sembrano convivere in maniera più che pacifica. Se molti dei progetti espositivi di cui si è parlato a muscon 2022 prevedono la presenza di installazioni immersive, sempre molto apprezzate dai visitatori, le origini della cultura materiale continuano a essere di ispirazione per il presente. Gli oggetti della collezione personale dell’artista Ai Weiwei, grande appassionato di artefatti cinesi antichi, saranno per esempio il punto di partenza di una riflessione sul valore delle cose e delle esperienze in una mostra in programma al Design Museum di Londra nella primavera del 2023.
Crediti
Tutte le fotografie sono di Gianluca Di Ioia