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Triennale Milano
Lella Costa, foto di Gianluca di Ioia

Oscuro intrigo

20 marzo 2020
All’interno degli spazi che ospitano la mostra I quaderni di Giancarlo De Carlo, la mostra che Triennale ha dedicato all'architetto e urbanista, in occasione dei cento anni dalla sua nascita, l'attrice Lella Costa recita un monologo dai risvolti attuali ispirato a una delle più celebri tragedie shakespeariane: Otello.
Lella Costa. Triennale Decameron
“La caratteristica dei grandi classici, quelli che ci servono, che spesso ci salvano ancora la vita, è proprio questa: che ti possono aiutare a decifrare qualcosa che nel momento in cui accade accanto a te fai fatica a capire. A volte ci vuole una distanza. A volte una storia che riguarda le relazioni umane è meglio se non è gravata dall’attualità. Più da lontano la guardi, più sembra che stia parlando di te e stia parlando di noi".
Lella Costa, foto di Gianluca di Ioia
Nel ripercorrere la vicenda di Otello, Lella Costa si sofferma su alcune osservazioni sul linguaggio, evocando le cinque qualità che Calvino racconta nelle sue Lezioni americane: rapidità, molteplicità, visibilità, esattezza e leggerezza.
“Otello è un uomo meraviglioso, ed è un immigrato. È considerato un grande condottiero, si esprime con una proprietà di linguaggio, una cura, quasi una devozione nei confronti della lingua, che non è la sua, non è la lingua con cui è nato. Iago è un mascalzone, un farabutto, un opportunista, un profittatore, ma Iago va veloce, perché quella lingua lì è la sua, ci è nato, la usa, mente.”
Lella Costa, foto di Gianluca di Ioia
Dopo aver recitato questo monologo, Lella Costa ci ha lasciato un suo ricordo di Giancarlo De Carlo.
"Ho incontrato e conosciuto Giancarlo De Carlo in veste di papà di Anna e di nonno di Jessica. Il mio è quindi un punto di vista molto particolare. Ho infatti frequentato per molto tempo assiduamente Anna De Carlo perché le nostre figlie erano in classe insieme alle elementari. Anna è una delle persone più belle che io abbia conosciuto nella mia vita. È una bella emozione ritrovare in Triennale tutta la storia professionale di De Carlo. E vedere che ogni riproduzione di diario, di appunti, è stata custodita proprio da Anna mi ha particolarmente colpita. Mi sembra bello che ci sia questo omaggio da parte di Milano perché quella di De Carlo credo sia stata una grande figura di architetto e di intellettuale in senso lato. E non sempre queste due cose necessariamente coincidono".

Lella Costa, foto di Gianluca di Ioia
I quaderni di Giancarlo De Carlo presenta al pubblico per la prima volta sedici quaderni che costituiscono un vero e proprio archivio privato dell'architetto, redatto nell'arco di 39 anni. La mostra restituisce uno spaccato dei temi affrontati nelle annotazioni dei quaderni – riflessioni personali, resoconti di viaggio, appunti progettuali e rapporti con amici e colleghi.

Giancarlo De Carlo, Diario cinque, 1971-1972, foto di Gianluca di Ioia
Crediti
Testi di Lella Costa