Fabio Mauri, Vomitare sulla Grecia, 1972, Centro Multipli, Roma, 1972, foto di Claudio Abate, Courtesy the Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth
Presentazione volume
Fabio Mauri Catalogo generale
10 dicembre 2025, ore 18.30
Ingresso gratuito su registrazione
In occasione della mostra Fabio Mauri. De Oppressione (in corso fino al 15 febbraio 2026), presentiamo in anteprima il catalogo generale sul lavoro dell'artista italiano, curato da Carolyn Christov-Bakargiev e in corso di pubblicazione in italiano e in inglese per Allemandi e Hatje Cantz. Un viaggio attraverso l’arte e il pensiero di Fabio Mauri in cui si illustra il lavoro di ricerca e di compilazione del catalogo generale.
Intervengono
Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice del catalogo generale sull’opera di Fabio Mauri
Ilaria Bernardi, curatrice della mostra
Visita guidata
Prima dell'incontro, alle 17.30, è possibile partecipare a una visita guidata della mostra
Fabio Mauri (Roma, 1 aprile 1926 – 19 maggio 2009) è stato una delle figure di spicco dell’avanguardia italiana dal dopoguerra fino ai primi anni Duemila, il cui lavoro si distingue per le profetiche intuizioni sul ruolo dello schermo nella società contemporanea e per la sua ricerca sull’ideologia, la memoria e la relazione tra i mezzi di comunicazione di massa e l’ascesa dei regimi autoritari del Ventesimo secolo.
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Crediti
Il progetto editoriale è promosso dal MAMbo–Museo d'Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici del Comune di Bologna con lo Studio Fabio Mauri, e realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell'ambito del programma Italian Council (14a edizione, 2025).
Highlights
Mostra sugli Studi delle proporzioni, allestimento dell'architetto Francesco Gnecchi-Ruscone, esposto nella mostra Studi sulle proporzioni
Modella posa nella sezione del Messico durante un servizio fotografico di moda
Veduta notturna del Palazzo dell'Arte ripreso dalla Torre Littoria
Interno del Tunnel Pneu, progetto di Jonathan De Pas, Donato D’urbino e Paolo Lomazzi