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Triennale Milano
Jon Arnold, 2021

Jon Arnold dei Super Drama racconta la vita notturna post-pandemica nei club londinesi

14 settembre 2021
Jon Arnold è uno dei due componenti di Super Drama and Super Drama Records, il duo di DJ/produzione queer techno che ha formato con Jerome Slesinski. A fine 2020, nel pieno delle restrizioni Covid, Jon e David Plaisant, presentatore e creatore del podcast From the Moon, hanno parlato dell’idea di creare una sorta di “sigla” musicale per il programma. Il risultato è andato ben oltre, e Jon ha finito per creare una nuova identità musicale per l'ambizioso progetto audio della Triennale di Milano.
Tutto è iniziato nel 2017, quando Jon Arnold e Super Drama hanno pubblicato il brano "Drama Theme", guadagnando un fedele seguito all’interno e nei dintorni di East London, e attirando l'attenzione di vari altri DJ e promotori. Oggi il loro catalogo vanta otto uscite con la loro etichetta indipendente, accanto ad altre uscite per etichette discografiche famose tra cui Phantasy, Freeride Millennium e Moshi Moshi Records.
In questa intervista, Jon Arnold parla con David Plaisant di come creare una sigla musicale significativa e accattivante al tempo stesso, e del contesto dei club di Londra nel momento in cui la città è pronta a ripartire.
Super Drama
DP: Jon, per iniziare, parliamo della splendida sigla che hai realizzato per From The Moon, perfettamente in linea con l’obiettivo ambizioso e concettuale del podcast. Prima di tutto, complimenti! Ma puoi raccontarci un po’ come si fa a realizzare qualcosa del genere? Qual è il primo passo?
 
JA: Per me il primo passo è stato capire bene di cosa trattasse From the Moon; abbiamo parlato a lungo delle vostre idee e di cosa stavate cercando di creare. È un podcast informativo e molto approfondito. Si tratta, in parte, di osservare in che modo noi umani stiamo rovinando il pianeta, ma con una buona dose di speranza per il futuro. Ho quindi cercato di creare qualcosa di ottimistico e anche un po' sci-fi; fondamentalmente volevo essere un po' distopico. Ho cercato a lungo di realizzare un prodotto ben fatto, ma in qualche modo continuavo ad andare in una direzione troppo “seriosa”. Sapevo bene che si trattava di un podcast “serio”, ma avevo anche bisogno di catturare subito l’orecchio degli ascoltatori, quindi dovevo trovare il giusto equilibrio. Una volta trovata la melodia, sapevo di avere la base che mi serviva per completare il tema. E sono contento che ti piaccia. Grazie!
Sigla di Super Drama per From the Moon
© Clem Onojeghuo from Unsplash
© Clem Onojeghuo from Unsplash
DP: From the Moon tratta molti temi relativi all'inclusione sociale, la rappresentazione, la politica dell'identità e l'intersezionalità, e tu hai una certa esperienza nel mondo alternativo e queer dei club di Londra, dove la diversità non è solo celebrata ma è richiesta. Puoi parlarci di quell'ambiente e di come ha influenzato la tua musica? 
JA: I locali queer di Londra (in particolare dell'East London) sono luoghi in cui puoi davvero lasciarti andare ed essere te stesso. Puoi sembrare pazzo quanto vuoi o normale quanto vuoi, e non importerà a nessuno. Lì c’è posto per tutti. Ha influenzato enormemente la nostra musica, perché è un ambiente con tanto spazio per l'improvvisazione e la sperimentazione. Senza locali come il Dalston Superstore probabilmente Super Drama non esisterebbe oggi; luoghi come questo danno una possibilità a chiunque abbia un'idea, e danno anche gli strumenti per farla sbocciare. La musica che ascolti ai loro party è molto varia e per noi è una grande fonte di ispirazione.
 
DP: Sappiamo che la pandemia ha colpito i musicisti e l’intrattenimento notturno come pochi altri settori, per cui non ti farò domande banali tipo come hai passato il lockdown?! Ma forse puoi dirci un po’ come ha reagito il tuo settore, magari citando alcuni fenomeni pandemici passeggeri (le serate disco su Zoom, ad esempio).
 
JA: Il Coronavirus ha colpito molto duramente il settore della vita notturna; i DJ hanno perso tutte le loro fonti di sostegno, così come tutte le persone che lavorano nei locali, in particolare il personale occasionale a cui non spettava alcuna cassa o congedo. All'inizio, per qualche mese, ci sono state un milione di live stream nate come un modo per cercare di intrattenere le persone a casa e al tempo stesso per far guadagnare qualche soldo agli artisti e ai DJ che hanno partecipato. Per un po’ è stato divertente, ma alla fine, ha fatto capire alle persone quanto gli mancasse la normalità. Un lato positivo però è che tante persone hanno iniziato a produrre musica e anche i produttori hanno affinato molto le loro competenze. Si possono imparare tante cose quando non si deve andare a lavorare per un po'! 
Nell'ultimo anno abbiamo ascoltato tanta bella musica nuova ed è davvero incoraggiante per gli artisti emergenti trovare persone relativamente nuove nella produzione musicale capaci di produrre musica così ben fatta. Tengono viva l’attenzione!
© The Creative Exchange from Unsplash
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DP: Quanto pensi sia importante supportare i settori della musica live e dei locali notturni in questi tempi difficili?
 
JA. Senza entrare nel merito di quanto io possa odiare i Tory [Partito Conservatore del Regno Unito], dirò solo che questi spazi danno alle persone, e in particolare a quelle più emarginate, un posto dove essere sé stessi e divertirsi. Senza locali e spazi queer non sarei quello che sono oggi, e lo stesso vale per tante altre persone queer. Molti locali hanno ricevuto finanziamenti dal governo, il che è molto bello, ma tanti altri non ce l’hanno fatta; alcuni hanno dovuto chiudere e tante persone hanno perso il lavoro. Nel Regno Unito dobbiamo iniziare a prendere più sul serio la cultura e a darle più importanza.
 
DP: Prima dicevi che mentre i locali chiudevano, il tuo duo era impegnato a fare musica. Puoi darci un’anteprima di cosa uscirà a breve?
 
JA: Si, siamo stati davvero molto impegnati. Partiranno presto alcune collaborazioni super, tra cui una con una superstar italiana emergente che non vediamo l'ora di rivelare. Abbiamo preparato anche la seconda parte della nostra compilation di beneficenza "Family Drama" che uscirà a settembre con la nostra etichetta Super Drama Records. Sono undici brani di musica dance di diverso tipo di cui siamo molto orgogliosi. Per noi è molto emozionante perché comprende quattro artisti che non avevano mai pubblicato la loro musica prima d’ora ed è bellissimo offrirgli una piattaforma su cui presentare i loro progetti. Tutti i profitti sono ripartiti tra Mermaids, un'organizzazione benefica che aiuta i giovani con identità non binarie e le rispettive famiglie nel Regno Unito, e The Black LGBTQIA+ Therapy Fund.
 
DP: I locali di alcuni paesi come il Regno Unito hanno iniziato a riaprire, con una certa trepidazione peraltro. Ci puoi parlare di quest’atmosfera?
 
JA: Le persone non vedevano l’ora di tornare nei club da troppo tempo ormai. Ci sono già state tante false partenze, e la gente è rimasta delusa così tante volte che non si sapeva più se ci avrebbero mai permesso di tornare a divertirci legalmente. Uno dei più grandi party queer di Londra di chiama Adonis e ha aperto le porte allo scoccare della mezzanotte [quando il Regno Unito ha revocato le restrizioni Covid]; la sensazione di amore e gratitudine per la possibilità di sentirsi di nuovo normali era palpabile ovunque. Pare ci siano state 1500 persone per tutta la notte e, anche se ovviamente alcuni sono stati cauti e c’è stata una buona dose di trolling online su un evento di queste dimensioni in era Covid, i partecipanti sono stati per lo più tutti grati di potersi divertire di nuovo. Non sappiamo se presto ci sarà un altro lockdown, quindi al momento l'atmosfera è molto in stile “divertiti finché puoi”!
DP: Per concludere, come probabilmente saprai, la 23a Esposizione Internazionale della Triennale si intitola Unknown Unknowns... Qual è l'ignoto che non vorresti mai svelare?
 
JA: Ce ne sono tantissimi in realtà, non saprei da dove partire… quindi non lo farò! Anzi, a dire il vero, forse è proprio meglio che tu non lo sappia!
© Alfonso Scarpa from Unsplash